Belline, poeta francese, nel 1960 perde un figlio di
vent'anni. E' l‘unico figlio che hanno e per i genitori è uno strazio atroce.
Dopo qualche mese però nel dormiveglia Belline crede di
sentire la voce del figlio.
Dirà era chiaramente la sua voce, lo stesso tono, la stessa
impronta.
Per alcuni mesi Belline porrà domande al figlio morto, sul
suo incidente stradale, su ciò che ha provato.
Strano, la voce non descrive nessun tunnel come usualmente
credono i cultori delle esperienze post mortem, ma semplicemente un grande
vuoto da cui gradualmente è emerso.
Finchè Michel si congeda : " Compi i gesti della vita
come un rituale.
Lava le tue mani ed i tuoi pensieri.
Alla fine tutto è nel pensiero"
La moglie che gli è accanto non sentirà mai niente e resterà
sempre scettica, valutando il fenomeno come una suggestione.
Certo l'inconscio può giocare dei brutti scherzi.
Ma Belline sentirà la necessità di scrivere un libro dove
inviterà in egual misura atei e credenti, che esprimano la loro opinione su un
possibile o meno aldilà.
Il libro "Il terzo orecchio è interessante, diventa un
Betz-seller ed alla fine il famoso Ernest Junger (zoologo e filosofo) scriverà
un "Mantra" da porre come conclusione del dibattito.
" Coloro che si rompono il capo per sapere se è
possibile vivere nelle stelle non hanno la minima idea di cosa sia la VITA
Quando saliamo fino al mondo delle nevi, tutto diventa più
semplice, cristallino.
La VITA parla con voce più chiara.
I ghiacci eterni, riserva inesauribile di calore, di forza,
di amore.
Noi siamo contemporaneamente, embrioni di una superiore
condizione e seno materno che porta questa stessa condizione.
Lo sciame di efemeridi che il vento diperde, ha anch'esso,
la sua patria temporale, la sua continuità fuori del tempo.
Nascita e morte: è sotto questa forma che l'individuo ha
pagato la sua entrata e la sua uscita, qualunque sia la commedia interpretata
interiormente.
Quando la morte si avvicina alla velocità del baleno ci
sembra che la VITA non possa sfuggirgli.
Ma non si tratta in quel caso di velocità.
La VITA è fuori del tempo.
E' ciò che provoca la rabbia segreta del demonio.
Quand'anche la morte riuscisse a scacciare la VITA alla velocità
della luce, quest'ultima conserverebbe un palmo di vantaggio sulla morte che
s'attacca ai suoi passi e non è che la sua ombra.
Vi sono delle cose che una parte del nostro essere è
costretto per necessità a dissimulare all'altra parte.
L'ora della nostra morte è una di quelle.
E' solamente l'arrivo inaspettato della morte che ci
sorprende, non la morte stessa.
Siamo smarriti per un momento come dopo un risveglio.
Poi sappiamo che è venuta l'ora di alzarci.
Non abbiamo mai smesso di conoscerla durante il lungo sonno,
durante la lunga notte.
Ernest Junger