Fisica ...tra Scienza e Mistero (Universo,Energia,Mente e Materia)
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 Come vede l'espansione dell'universo l'entità Andrea (Corrado Piancastelli)

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Claudio Sauro

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MessaggioTitolo: Come vede l'espansione dell'universo l'entità Andrea (Corrado Piancastelli)   Come vede l'espansione dell'universo l'entità Andrea (Corrado Piancastelli) Icon_minitimeMar Ago 17, 2010 7:26 pm

Voglio riportare quanto segue perchè ha una sua originalità:

Fisicamente l’universo è sempre in espansione?

Ecco qui ci incrociamo con il problema dell’infinito.
Ci sono due ordini di problemi che scaturiscono dall’universo:
- Quello di un universo che si espande continuamente, che cresce, che lievita continuamente
- E quello dell’universo nella sua infinitezza, data da sempre ed esistente cioè a priori di ogni possibile eventuale espansione.
Se l’universo si espande va ad occupare uno spazio universale prima non occupato.
Allora dovremmo domandarci cosa potrebbe mai esserci in uno spazio non occupato dell’universo?
Sarebbe uno di quei problemi classici che si mordono la coda.
La realtà è che l’universo è infinito, quello così detto materiale, fisico.
Quando si parla di universo che si espande, si intende quello organizzato, ed a questo punto entriamo in un problema di logica.
Quando affermiamo che è l’universo organizzato che si espande, noi presupponiamo implicitamente, che un universo che si espande senza essere organizzato, non è universo.
Per universo-organizzato qui non si intende quello fisico-astronomico.
Questo è un falso prodotto della falsa logica.
Un problema che presuppone una logica data ed un metodo dato, cioè a dire: le cose sono perché se non sono non esistono, e per essere esse devono essere strutturate alle leggi (e qui per leggi si intendono quelle umane).
Allora dal punto di vista della conoscenza fisica dell’universo, ciò che non è organizzato e riferibile al piano della logica umana (ed in primo piano della logica aristotelica) non è concepibile o ammissibile.
Ora questo è completamente falso. Il presupposto è falso.
Allora l’universo in espansione soggiace alle due logiche, quella aristotelica e quella galileiana.
Quando la scienza si estende oltre il piano della logica formale, cioè oltre il piano della conoscenza accettata secondo i suoi metodi, si parla di non esistente.
Un universo che si espande ha un senso logico per l’uomo, perché va ad occupare spazi vuoti e si sottintende la limitatezza dell’universo stesso.
In questa misura ovviamente è molto più facile far scomparire Dio, perché tutto rientra nelle leggi della scienza umana, e naturalmente Dio stesso resta intrappolato in questo tipo di logica.
Ora, il fatto che l’universo invece preesiste all’espansione, può derivare dallo stesso processo induttivo della logica umana.
Infatti un universo che si espande come potrebbe farlo senza presupporre il piano del suo ampliamento?
Siccome non si parla di compressione dell’universo, ma di espansione, si deve presupporre che non esista un contenitore, ovvero che il limite non sia assoluto.
Allora l’universo non si espande nel nulla, ma secondo un piano dell’universo stesso, cioè in se stesso.
Se è così l’universo è infinito e l’espansione è puramente fittizia, non è altro che un modo di essere dello stesso universo infinito che ha le caratteristiche dell’espansione solo secondo la logica matematica dell’uomo, mentre da un punto di vista dello stesso universo ciò diventa un pseudo problema.
La realtà è che pur potendosi colmare quelli che possono essere identificati come spazi vuoti, la dizione “spazi vuoti” è fasulla, inquantochè è vuoto solo perché non contengono quel tipo di universo organizzato.
Ma il principio del sussistente e dell’esistente è pur esso un principio di realtà.
In termini di realtà, uno spazio, benché vuoto da un punto di vista fisico astronomico, è sempre realtà, per il solo fatto di esistere.
Quindi il discorso sul funzionamento di un universo strutturato, nel senso di essere organizzato a qualsiasi livello, è un problema veramente molto, molto banale.
La riduzione è però importante dal punto di vista ideologico.
Perché limitare l’universo in senso fisico, significa limitarlo in tutti gli altri sensi, e significa veramente spostare l’immagine di Dio.
In un universo fatto a somiglianza della scienza dell’uomo, Dio non trova posto, né è possibile ovviamente inserirvelo.
E’ possibile inserire Dio soltanto se si presuppone un universo infinito, in cui la modalità dell’eventuale espansione, sia soltanto uno dei modi di apparire o di essere della realtà universale.

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