Fisica ...tra Scienza e Mistero (Universo,Energia,Mente e Materia)
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 Ricordi da pendrive/5

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AutoreMessaggio
Nikita Marchese Strano

Nikita Marchese Strano


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MessaggioTitolo: Ricordi da pendrive/5   Ricordi da pendrive/5 Icon_minitimeMar Set 07, 2010 10:19 am

BUON GIORNO RAGAZZI.
OGGI UNA BELLA GIORNATA SETTEMBRINA MI SORRIDE E SOLLEVA IL MIO SPIRITO ALDILA' DELLO SPAZIO E, SOPRATTUTTO, DEL TEMPO. PERCHE' UNA PENDRIVE PUO' RAPPRESENTARE UN'ESTENSIONE DELLA TUA MENTE, FISSATA SU CERTE ILLUSORIE COORDINATE TEMPORALI EPPURE SEMPRE PRESENTI NEL QUI' ORA E PER SEMPRE... UN CARO SALUTO A TUTTI, NIKITA.

31/03/03 12.16

Mio creatore…
Non permettere che questo piccolo essere i cui atomi, dalla notte dei tempi, hanno subito innumerevoli arrangiamenti e riarrangiamenti per pervenire, non solo a questa forma ma, a questa coscienza (dicevo non permettere!) che si confonda proprio adesso che ti può interrogare…
Perché vedi, davanti all’infinita gamma dei comportamenti umani, quindi anche miei, io mi confondo e per ognuno di questi comportamenti potrei interrogarti…
Prima domanda:
- perché hai creato questa realtà e grazie ad essa hai voluto che io ti interrogassi?
Ho una percezione di te come di un’immensa solitudine, tanto più immensa quanto più intelligente, quindi tanto più sola.
Chi può arrivare a capire, quindi condividere, la grandezza dei tuoi pensieri? Cioè condividere la tua stessa solitudine?
Hai voluto innescare “dio” solo sa quanti e quali processi fisici e metafisici che ti distraessero un po’ dal tuo eterno silenzio. Hai creato mondi ed ambienti impossibili e possibili per lo sviluppo della vita cosciente; quanto primitiva dipende dalla sua particolare forma di evoluzione a partire dalle sub-particelle della propria composizione atomica, ma non ti divertivi più in questo microscopico scorcio del tuo universo…
Posso immaginare la tua noia di 250 milioni di anni (terrestri) ad osservare ed interagire con le coscienze brutali ed ottuse di quelle spaventevoli creature a cui noi umani abbiamo dato il nome di dinosauri (eppure dai quali collateralmente discendiamo), e poi degli ominidi che emergevano piano piano dall’oscurità intellettiva (a te ti appelliamo dio, manitù, allah, budda, tao, grande spirito, etc., a seconda delle latitudini e longitudini in cui viviamo);
E posso anche immaginare il tuo raccapriccio nell’osservare le suggestioni psicotiche, suggerite dal terrore di vivere in balia degli eventi fisici e psichici, che intere generazioni di sacerdoti si sono arrogate il diritto di propinare in tuo nome ai loro simili, attraverso i rituali nella migliore delle ipotesi demenziali che solo le menti più involute e regressive potevano porre in essere quali rattoppi delle proprie insufficienze cognitive, logiche, culturali ed emozionali.
Tutto ciò per millenni ti ha non solo annoiato ma nauseato oltre ogni dire e non ti decidevi ad estinguere la specie solo perché speravi che un giorno quei microscopici ed arroganti esseri partorissero un livello più alto di coscienza. Adesso sei deluso, forse arrabbiato (non posso fare a meno di attribuirti sentimenti “umani”), ed anche io sono tanto delusa ed arrabbiata che, finalmente, ho osato cercarti direttamente:
- HO URLATO il tuo nome in tutti gli angoli del mio universo conosciuto;
- sono venuta a cercarti dentro le mie molecole e poi dentro gli atomi e su ogni orbita di ogni mio singolo elettrone;
- ho attraversato i molti abissi della conoscenza: dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo ed ho creduto di vederti nelle semplici ed eleganti leggi cui sottostanno gli universi MICRO E MACRO che ti sei creato;
- ho viaggiato sui picchi e le valli dell’intuizione, spogliandomi di ogni mia immagine o simbolo per fare posto solamente al tuo pensiero;
- ho intravisto la tua perfezione e mi sono rattristata perché sei così “solo” nel non trovare ancora alcun essere senziente che possa condividerla – siamo ancora troppo primitivi per gioire insieme della tua GIOIA puramente creativa, vero?
Adesso anch’io mi sento sola ma voglio osare di pensare che presto ci incontreremo perché io voglio ascoltarti anche a costo di annoiarmi con te per i secoli dei secoli; voglio capire tutto di te e gioire con te di ogni tua opera o pensiero;
- voglio trascorrere con te il resto del mio tempo “limitato” per aiutarti a sopportare un po’ il tuo tempo “infinito” e l’infinito tuo silenzio. Magari ti racconterò le nostre stupide storielle umane e chi lo sa: potrei forse farti sorridere…!
E mi sembra di sentire la divina eco delle tue divine risatone a quattro ganasce, davanti ai tuoi “credenti” più insulsi e imbecilli che: smarriti nella compulsione all’autoflagellazione o all’autocompiacimento, pensano di doverti onorare attraverso il sacrificio della parte migliore di se stessi, cioè negandosi le gioie ed i piaceri della libertà di vivere, per la quale ho il sospetto invece tu ti sia dato così tanto da fare; e girando in circolo come asini bendati attorno ai simulacri di altari, di statue d’oro o di pietre nere (chissà perché sempre così tanto sfrenatamente lussuosi quanto perfettamente inutili (DIO TU NON HAI BISOGNO DI LUOGHI DI CULTO: TU SEI TUTTI E IN TUTTI I LUOGHI!!!) dove professare una pseudo-fede che, se addirittura non uccide gli stessi “fedeli”, quantomeno arricchisce: CERTO NON I POVERI VERI! ma i preti di ogni religione, gli orafi, i marmisti, gli ingegneri, i carpentieri e gli artisti (pensa quante case, ospedali, farmaci, scuole e attrezzature didattiche per i popoli/gregge potevano nascere al posto dei tanti cupoloni di cupidigia! E PURE DECORATI DAI PIU’ GRANDI ARTISTI DI TUTTI I TEMPI…

04.08.03 . domenica

Mi sento scissa in due parti; cioè due persone nettamente distinte che coabitano nello stesso involucro corporeo.
Un essere totalmente fisico il quale registra e tiene conto delle modificazioni che avvengono intorno e dentro il suo sé, ovvero nell’ambiente dove trovano posto altri esseri, ritenuti più o meno importanti a seconda della parentela e/o vicinanza, ed un essere totalmente spirituale che sa cogliere ogni sfumatura intellettiva della conoscenza di quello stesso mondo fisico sempre meravigliandosi della vastità e magnificenza di un creato che si sottopone alle sottigliezze dell’indagine di un pensiero umano per svelare la natura del suo stesso creatore.
Ma c’è una terza parte di me che, consapevole delle sue due altre distinte parti, si affanna ed annaspa per mantenere un certo equilibrio nelle continue “estroflessioni” dell’una dentro l’altra parte. Quando è questa terza parte a guidare la carretta riesco a pensare cose tanto meravigliose quanto inquietanti. In tale stato di coscienza se volessi potrei scrivere cose di rara delicatezza le quali, comunque, non renderebbero mai giustizia della complessità del mio stesso pensare, quindi esistere.
Mentre la mia metà fisica si distrugge in comportamenti autolesionistici, volontari o involontari, l’altra metà spirituale continua ad accrescersi ed a nutrirsi di quella conoscenza che, come un grimaldello, ha avuto il potere di dischiudere la magica botola negli abissi del mio fin lì vano, inconsistente, superficiale esistere.
Però: più mi rendo consapevole di come è veramente il mondo, più provo una struggente “nostalgia” di come invece esso potrebbe essere; e più triste, sola, nauseata e fredda divento nel constatare la mia stupidità di volere proseguire ad esistere, nonostante le terribili verità apprese.
Per limitare i danni dell’inevitabile conseguente depressione, da qualche anno incombente come una frana sempre più facile a smottare sopra la mia testa, ho cominciato a riflettere e classificare: vero/falso, buono/cattivo, odio/amore, spontaneo/indotto, intelligente/idiota etc… ed anche tentato di rimettere un certo ordine nel kaos che può scatenare una personalità fortissima ed allo stesso tempo fragilissima come la mia, attraverso comportamenti cosiddetti “virtuosi” cioè leggendo centinaia di libri e l’equivalente di altrettanti in riviste scientifiche specializzate al fine di aiutarmi a capire meglio me stessa, quindi l’intero universo da me conosciuto.
Se esiste una ragione particolare per essere venuta alla luce in questo mondo, credo oggi di esserne pienamente cosciente e però ciò mi procura una indicibile sofferenza.
Ho sempre in mente un ipotetico dialogo con una entità superiore che potrei definire dio, anzi! Un monologo perché tale presunta entità non si è mai degnata di rispondermi, se non indirettamente. E questo è ciò che io definisco il nocciolo di una “indicibile sofferenza”. Oh…DIO!!! Alla fine nel chiuso della nostra mente sperimentiamo la vera portata e consistenza dell’essere SOLI.
DOMANDA:
perché sono quella che sono?
RISPOSTA:
sei il risultato perfettamente deterministico dei tuoi comportamenti, generati dalle oscillazioni dei livelli di marea di diverse migliaia di ormoni e molecole che alla fine di processi chimico/fisici di incommensurabile complessità scatenano incessanti tempeste emozionali in grado di sconvolgere o gratificare le tue reti neurali. Livelli a loro volta determinati da reazioni inconsce a stimoli più o meno occulti, e reazioni ereditate da tutti gli antenati anelli della catena della tua personale evoluzione e tutti presenti in equa percentuale nei tuoi cromosomi, nonchè derivanti dalle sollecitazioni sensoriali provenienti dall’ambiente in cui l’organismo che ti ospita si trova ad interagire.

15/11/2003 sabato

Leggo di ogni prodotto della cultura umana.
Metabolizzo km di parole e tonnellate di pigmenti di tutte le immagini di riviste o di documentari che, per la loro fulminante bellezza, si impongono da sole all’attenzione di una mente assetata e curiosa come la mia.
Rifletto sul significato profondo che la massa delle conoscenze acquisite riverbera su quella parte di me che, lontanissima, si accresce e si illumina sempre più di auto-coscienza, in ciò proiettando il mio personale concetto di: “vero, ultimo scopo della creazione”…
“”…LA VEDO IRRAGGIUNGIBILE, PURA E BELLISSIMA DANZARE CON GLI SPETTRI DELLE LUCI DI TUTTE LE MERAVIGLIE RICADENTI NEL DOMINIO DELLA SUA CONOSCENZA…””
Non so spiegare il perché di tanta gratificazione; né perché ciò che definisco dio abbia voluto raggiungermi in questo modo – cioè dotando questa massa grassa e gelatinosa che è il mio cervello, caratterizzato da fittissimi intrecci di reti neuronali sconnesse, di un meccanismo quasi automatico di elevazione. Ma non gratuito, attenzione!
Si tratta di uno stato di coscienza sottilissimo, proiettato all’incameramento di tutto ciò che la mia esistenza mi rende disponibile in termini di conoscenza, comprese le menti umane o “animali” altrui.
Purtroppo, questa chiamiamola eccezionale capacità di penetrazione nelle altrui coscienze non mette al riparo il mio IO dalle sconvolgenti visioni originate dagli oggetti o soggetti delle mie indagini particolari i quali agiscono nelle realtà circostanti in base a volontà coscienti o incoscienti, espresse o sottintese, positive o negative, creative o distruttive, esprimibili dagli esseri, più o meno pensanti che mi circondano.
Più volte ho provato l’orrore di immergermi nei pensieri di orripilanti creature senza scrupoli le cui personalità, abilmente dissimulate nei contesti socio-familiari di appartenenza, spaziano in tutte le gamme della perversione, dell’aridità psico-cognitiva e, nel migliore dei casi, dell’ottuso perseguire di un benessere fisico tanto ridondante quanto egoistico e punitivo per il resto dell’umanità.
…”” CHE DEGLI ASPETTI SPECIFICI ED UNICI DELLA LORO PERSONALE REALTA’ COLGONO SOLO QUELLI CHE POSSANO FARE EMERGERE IL DEMONE PROFONDO DELLA CATTIVERIA E DELLA DISTRUZIONE – RIVOLTO VERSO SE STESSI O VERSO GLI ALTRI ””…
E’ forse questo il prezzo da pagare quando ci si spinge in orizzonti degli eventi proibiti alla conoscenza umana?
…”” LA VEDO IMPAURITA E TRISTISSIMA QUANDO, SOLLEVATI I VELI DELLE ALTRUI DISSIMULAZIONI, COGLIE PER ISTANTI INFINITI SEPPUR BREVISSIMI IL PURO ORRORE DI UNA MENTE PRIGIONIERA, O MEGLIO SCHIAVA! DELLE PROPRIE PULSIONI-AUTO-CONVINZIONI. – SUBISCE ESSA STESSA SENSAZIONI IMPOSTE DALLE FORZE OSCURE CHE DOMINANO INCONTRASTATE IN QUELLE TERRE DI NESSUNO ED OGNI VOLTA DEVE COMPIERE SFORZI SEMPRE PIU’ SOVRUMANI PER NON RIMANERE INVISCHIATA IN TANTO BRULICARE DI ORRIBILI PENSIERI.
LA VEDO ABBATTERE BOTOLE DI PESANTISSIMO PIOMBO SU QUELLE FOGNE A CIELO APERTO E FUGGIRE LONTANO, IL PIU’ LONTANO POSSIBILE, PER RITROVARE SE STESSA E LA GIOIA DI TORNARE A DANZARE CON LA PROPRIA LUCE””…
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