Fisica ...tra Scienza e Mistero (Universo,Energia,Mente e Materia)
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 Sincronicità Di Carl Gustav Jung e Wolfgang Ernst Pauli

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Claudio Sauro

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MessaggioTitolo: Sincronicità Di Carl Gustav Jung e Wolfgang Ernst Pauli   Sincronicità Di Carl Gustav Jung e Wolfgang Ernst Pauli Icon_minitimeMer Lug 17, 2013 6:09 pm

Il principio di sincronicità venne elaborato da Carl Gustav Jung e da Wolfgang Ernst Pauli che è stato uno dei fondatori della meccanica quantistica. E' interessante sapere che Jung e Wolfgang Pauli si incontrarono nel 1945.
Wolfgang Pauli aveva sentito la necessità di rivolgersi al grande psichiatra perchè soffriva da una specie di dissociazione psichica innescata dal fallimento del proprio matrimonio causato anche dall'eccessivo lavoro nel campo della fisica teorica, lavoro che gli aveva rubato tutto il tempo da dedicare alla famiglia. Stranamente fra i due scienziati nacque subito una grande amicizia, anche se lo stesso Pauli, confesserà in seguito, Jung non capiva quasi niente di fisica e di matematica ma entrambi, sia Jung che Pauli, avevano studiato le scienze di Alchimia Ermetica e scoprirono ben presto di condividere moltissimi punti di vista, ed ebbero in tal modo occasione di parlare della Sincronicità.
Jung aveva cominciato a pensare alla sincronicità quando aveva cominciato a prendere con attenzione alcuni fatti ad esempio: pensare a una persona e poco dopo ricevere una telefonata che ne porta notizie; nominare un numero e vedere passare una macchina con lo stesso numero impresso sulla carrozzeria; leggere una frase che ci colpisce e poco dopo sentircela ripetere da un'altra persona etc.; che talvolta danno la netta impressione d'essere accadimenti precognitivi legati a una sorta di chiaroveggenza interiore, come se questi segnali fossero disseminati ad arte sul nostro percorso quotidiano per "comunicare qualcosa che riguarda solo noi stessi e il nostro colloquio interiore". Una sorta di risposta esterna, affermativa o negativa, oggettivamente impersonale e simbolicamente rappresentata. Jung aveva capito che la sincronicità si basa sui postulati tipici del pensiero magico.
Da queste constatazioni Jung aveva poi dedotto una teoria che tutto l'universo si muovesse in modo sincrono, cioè un pensiero che viene formulato sulla terra viene captato istantaneamente a miliardi di anni luce su un altra galassia.
Questa sincronicità, poteva essere estesa anche ai fenomeni fisici, e secondo Jung era diventato un postulato fondamentale: l'universo può esistere soltanto se tutto si muove in modo sincrono, cioè se tutto e fisicamente e psichicamente collegato, altrimenti diceva Jung tutto cadrebbe in un caos indescrivibile.
E' su questi argomenti che Jung e Pauli si sono trovati a discutere e per i quali Pauli ha nutrito subito un grande interesse
Pauli era già famoso per il suo Principio di Esclusione che gli aveva avvalso il premio Nobel ma nel contempo gli aveva mandato per aria il matrimonio.
E' significativo che dopo l'incontro con Carl Gustav Jung , Pauli acquisì dei poteri quasi paranormali. Non solo accettò in pieno il principio di Sincronicità di Jung ed i due grandi pensatori continarono a perfezionare la teoria della sincronicità.
In analogia alla causalità che agisce in direzione della progressione del tempo e mette in connessione due fenomeni che accadono nello stesso spazio in tempi diversi, viene ipotizzata l'esistenza di un principio che mette in connessione due fenomeni che accadono nello stesso tempo ma in spazi diversi. Praticamente viene ipotizzato che al fianco del logico svolgimento di un atto conforme al principio in cui in tempi diversi accadono avvenimenti provocati da una causa, ne esista un altro in cui accadono avvenimenti nello stesso tempo ma in due spazi diversi perché, essendo casuali, non sono direttamente provocati da un effetto, corrispondendo per cui perfettamente al principio di a-temporalità.

Nel 1952 Jung e Pauli pubblicarono un saggio nel volume Naturerklärung und Psyche. Nel proprio saggio Pauli applicava il concetto di archetipo alla costruzione delle teorie scientifiche di Keplero, mentre Jung intitolava il proprio "Sincronicità come Principio di Nessi Acausali". Dopo più di venti anni di dubbi e ripensamenti di carattere etico-intellettuale, l'analista si decide a definire il concetto per cui riteneva "d'essere scientificamente impreparato" ad enunciare. Jung, rigoroso e pragmatico scienziato, è infatti imbarazzato verso la comunità scientifica per l'evidente orientamento dei suoi studi in cui evidenze empiriche divengono fenomenologie su cui lavorare con metodo scientifico.

Nella prefazione del saggio Pauli scrive che: la sincronicità è un tentativo di porre i termini del problema in modo che, se non tutti, almeno molti dei suoi aspetti e rapporti diventino visibili e, almeno spero, si apra una strada verso una regione ancora oscura, ma di grande importanza per quanto riguarda la nostra concezione del mondo.
E' significativo che Pauli era molto stimato come fisico teorico, i colleghi e gli amici sperimentali lo consideravano però un vero problema oggettivo. Non solo non gli permettevano di toccare gli strumenti per paura che li rompesse, ma addirittura Otto Stern arrivò a proibirgli l'accesso ai laboratori durante l'esecuzione degli esperimenti. La sua semplice presenza sembrava infatti causarne l'irrimediabile fallimento.

Fra le altre cose successe anche che uno strumento particolarmente costoso e delicato si ruppe nel laboratorio di James Franck a Gottinga. Raccontando l'accaduto ai colleghi di Zurigo scherzò dicendo che, almeno quella volta, la responsabilità non poteva essere attribuita a Pauli visto che non era nemmeno presente in città. I colleghi gli replicarono prontamente che dovendo Pauli recarsi a Copenaghen esattamente quello stesso giorno, intorno alla stessa ora dell'accaduto era dovuto scendere alla stazione di Gottinga per cambiare treno., insomma tutto in accordo con la sincronicità.


L'effetto Pauli è poi divenuto nel tempo un'espressione gergale utilizzata per indicare il presunto malfunzionamento delle apparecchiature sperimentali in presenza dei fisici teorici, e non va confuso col Principio di esclusione di Pauli che è invece un fondamentale apporto dato dallo scienziato austriaco alla fisica quantistica.
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