- pier ha scritto:
- E' vero che il dolcificante fatto con le foglie di stevia è innocuo?
Grazie
Pier
Questo è ciò che ho trovato sulla stevia
Pier
Stevia, MEGLIO dello ZUCCHERO
Stevia, ecco la pianta che dolcifica - Una foglia nel caffé e addio allo zucchero
Non fa ingrassare e si coltiva in casa: grazie al tam tam su Internet sbarca in Italia l'ultima moda dell'alimentazione naturale.
"Repubblica", (giovedì 13/07/2000) "la scoperta" della Stevia Rebaudiana e del suo utilizzo.
By Donatella Alfonso
ROMA - Una foglia nel caffé e puoi scordarti della zuccheriera: con la Stevia sul balcone di casa non c'è più bisogno di zucchero né chiaro né scuro, né tantomeno di bustine di dolcificante. Perché questa piantina di poche pretese, vagamente simile ad una pianta di basilico, dalle foglie verdi con piccole infiorescenze bianche, è un dolcificante naturale conosciuto da secoli dagli indios del Paraguay e del Brasile, le zone di cui è originaria: e oggi chi ha la passione dell'alimentazione naturale (e del fitness) scopre che una manciatina di foglie seccate sbriciolate non solo nel caffé o nel té, ma anche negli impasti delle torte, rende tutto trenta volte più dolce dello zucchero, a parità di peso, ma a calorie zero.
Non solo: qualche goccia di concentrato presa 20 minuti prima dei pasti fa da "antifame" in quanto, secondo i produttori (in Italia i floricoltori della Euganea Floricoltori, una cooperativa che riunisce vivaisti di molte regioni), determina un senso di sazietà e porta a mangiare di meno.
Questo è anche quanto garantisce il tam tam che passa in tutto il mondo (con vere e proprie roccaforti negli Usa) tramite Internet: sostenitori della Stevia sono infatti i gruppi ambientalisti, che la consigliano a chiunque voglia contare su alimenti naturali, combattendo dolcificanti ritenuti "nemici" come l'aspartame. "I clienti la guardavano con perplessità, all'inizio: poi hanno cominciato a incuriosirsi. Ne ho parlato a qualcuno che aveva problemi con il diabete, poi la voce è passata a chi aveva problemi con la linea, e la richiesta è cresciuta".
Così Carlo Pastorelli, floricoltore di Bogliasco, nei pressi di Genova, uno dei principali rivenditori della pianta dolcificante, spiega che questa potrebbe essere l'estate della Stevia, venduta a 7500 lire la piantina.
Ma dolcifica davvero, come dice il cartellino ?
Basta assaggiare: una sola fogliolina sprigiona al palato, dopo qualche istante, una fortissima sensazione dolce; e resta, alla fine, un vago gusto di liquirizia.
La Stevia (nome scientifico "Stevia Rebaudiana Bertonii") funziona sia fresca che essiccata (e ridotta in polvere), che come estratto in alcool. E' una pianta officinale di poche pretese, che va coltivata all'esterno ed innaffiata a dovere, potata quando i tralci raggiungono la misura di 50-60 centimetri (dalla tarda primavera all'inizio dell'autunno) per permettere nuove vegetazioni e intanto fare la scorta per la stagione fredda.
E' una perenne, perciò ogni anno dovrebbe garantire un nuovo raccolto, se è stata adeguatamente protetta durante l'inverno. "Era una pianta poco nota, almeno in Europa - spiega Pastorelli - mentre in Sudamerica è ancora largamente usata e in Giappone viene utilizzata da anni anche in modo industriale, per dolcificare la Diet Coke là prodotta".
Ma i clienti, cosa dicono ?
Entrano nel vivaio, danno un'occhiata a gerani e aromatiche per rimettere in ordine il terrazzo o il giardino, e si incuriosiscono: in genere, prima dell'acquisto ci vuole l'assaggio, che vince la diffidenza.
E poi, c'è Internet a dare garanzie: della Stevia si parla in parecchi siti, si scopre che i glucosidi che ne determinano il "dolcissimo" potere sono gli Steviosidi e i Rebaudiosidi, che oltre ad essere utilizzata per i dolci e le bevande, può essere utile a regolare il livello di glucosio nel sangue, per migliorare la digestione, distendere, ammorbidire la pelle anche con maschere facciali, prevenire infezioni e carie dentarie.
Ed ecco il seguito, sempre da "Repubblica" di giovedì 13/07/2000:
"Più gusto e meno calorie questa sarà la sua estate" - Parla l'imprenditore che ha lanciato il business
GENOVA (d.al.) - "La Stevia è stata una scoperta interessante. Abbiamo approfondito con altri floricoltori in Olanda in Usa e in Israele, tra gli altri, le proprietà della pianta, la disponibilità del mercato: e ci siamo fidati che potesse interessare anche in Italia". Roberto Noto è il tecnico della Euganea Floricoltori, la società cooperativa di Galzignano Terme, nel padovano, che ha avviato in Italia la coltivazione della Stevia, diffusa adesso in decine di vivai in tutte le regioni. E' la prima estate italiana della pianta dolcificante, che pur venendo dalla tradizione e da secoli di uso naturale, è stata lanciata in tutto il mondo dalla Rete.
E' infatti il Web a riportare decine di siti, in buona parte statunitensi, che sono dedicati alla Stevia e alle sue proprietà, e che stanno diffondendo nel vasto mondo di chi ama mangiare in maniera naturale la curiosità di mettersi in casa o sul balcone una pianticella dall'aria non particolarmente accattivante, ma dalle proprietà decisamente importanti.
"Diciamo che anche noi abbiamo seguito molto via Internet le vicende di questa pianta e del suo consumo - spiega ancora Roberto Noto –
E, visto che anche il mercato della floricoltura chiede sempre novità, abbiamo pensato che questa potesse essere quella giusta per il 2000. L'unico dubbio è se la gente, sempre più abituata ad avere sempre tutto già pronto, avrà voglia di seccare le foglie e sbriciolarle, o fare infusi e sciroppi".
Nei vivai, in ogni caso, insieme alla pianticella vengono diffusi depliant con le caratteristiche della Stevia e qualche consiglio sul suo utilizzo, comprese le modalità per realizzare l'infuso o lo sciroppo.
La Rete racconta anche di molti studi scientifici sulle proprietà curative, oltre che alimentari, della Stevia: in primo luogo per il suo utilizzo come dolcificante da parte di chi soffre di diabete, visto che lo Stevioside, suo componente fondamentale, non viene metabolizzato se viene assunto per via orale.
Per il momento la Food and Drug Administration americana non lo ha riconosciuto, ma il suo uso come dolcificante - venduto già confezionato in gocce o sciroppo - è comunque largamente conosciuto negli States. In Italia, però, potrebbe fare breccia anche il suo uso di coadiuvante nelle diete.
Il sito sulla Stevia della Euganea Floricoltori è questo: http://members.xoom.it/euganea/Stevia/index.htm
RIFLESSIONE: Nell'articolo viene riportato il NON riconoscimento della Stevia da parte della FDA, a cui naturalmente si è subito associata e prostrata la "nostra" Commissione Europea.
Questo vuol dire che non troveremo (almeno per ora, facciamoci sentire) l'utilizzo della Stevia come ingrediente per alimenti, integratori, medicinali, prodotti dietetici ecc. Questo vuol dire BANDIRE.
Comunque, come riportato dall'articolo, nessuno ci vieta (a meno che qualcuno non decida di farla sparire, come hanno provato a fare con la canapa) di coltivare o tenere la pianta sul nostro balcone di casa e utilizzarla a nostro piacere.
By La Leva di Archimede
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Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale francese la Stevia, il dolcificante naturale 300 volte più potente dello zucchero e con zero calorie, viene finalmente legalizzato anche in uno stato europeo. Coca Cola e Pepsi adesso la vogliono a tutti i costi.
Il potere dolcificante della Stevia può essere fino a 300 volte superiore a quello dello zucchero normale. È senza calorie e ha un indice glicemico nullo.
Eppure per anni ne è stato vietato l'uso sia in Europa che negli Stati Uniti. Il senso era chiaro: favorire la commercializzazione dell'aspartame , utilizzato nella produzione di bibite con poche calorie e ritenuto cancerogeno in seguito a svariati studi scientifici.
Il bello è che sono stati gli stessi giganti come Coca Cola e Pepsi, preoccupati dalla perdita di consensi delle bibite light, a presentare la richiesta di autorizzazione alla Food & Drug Administration americana, che ha dato il via libera all'utilizzo degli estratti di Stevia nello scorso dicembre.
Con la pubblicazione del decreto interministeriale francese di autorizzazione all'uso e alla commercializzazione del rebaudioside A anche il mercato europeo apre le porte all'uso alimentare della SteviaRebaudiana.
La legge europea vieta la vendita dei derivati della Stevia come “prodotti alimentari” , ma non ne vieta la coltivazione.
Una sua rapida diffusione nel mercato della trasformazione alimentare la rende adesso molto interessanti anche sul piano agricolo.
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Stevia, foglie come zucchero
La Stevia è un piccolo arbusto perenne, originaria del Centro America, precisamente di una zona fra Paraguay e Brasile. Vegeta nei luoghi sabbiosi montani a cespuglio, alta fino a 80 cm, ha foglie opposte, oblunghe seghettate lunghe circa 5 centimetri e larghe 2, i fiori sono piccoli e bianchi.
Le foglie contengono glucosidi diterpenici (Stevioside e Rebaudiside che hanno un marcato sapore dolce), proteine, fibre, carboidrati, ferro, fosforo, calcio, sodio, potassio, magnesio, zinco, un flavonoide (rutin) , Vitamina A e C ed un olio che contiene a sua volta più di 50 elementi.
È usata dagli indiani Guaranay fin dai tempi più remoti per addolcire i loro "yerbe mate" e altre bevande stimolanti. Dalle foglie di questa pianta, prive di calorie ma trenta volte più dolci dello zucchero, si può ottenere un succo concentrato molto dolce, da cui si può ricavare una polvere bianca, anch'essa , dolcissima (dalle 70 alle 400 volte più dolce dello zucchero). Sia il succo che le foglie tritate hanno un sapore dolce con un retro gusto aromatico che richiama quello della Liquirizia e dell'Anice. Con le foglie tritate si può cospargere il cibo che si vuole addolcire, le particelle, rimanendo integre, danno una sensazione di dolcezza più duratura.
Lo Stevioside e il Rebaudioside non vengono metabolizzati e non contengono calorie, hanno l'aspetto di polvere bianca, se raffinati, e sapore molto dolce. Si possono ottenere per estrazione idroalcolica o acquosa con successiva evaporazione del liquido estrattivo. Nei luoghi di origine la Stevia è considerata una delle migliori piante officinali esistenti, infatti, oltre al potere dolcificante, le vengono riconosciute proprietà, ipotensive, antifungine e ipoglicemiche, per cui è utilizzata per regolare il tasso di glucosio nel sangue, per ridurre il desiderio di dolci, per attenuare l'appetito, per migliorare la digestione e per prevenire la carie e le infezioni gengivali. La foglia intera è benefica non solo per l'organismo ma anche per la pelle, le maschere facciali fatte con le sue foglie distendono e ammorbidiscono l'epidermide.
I conquistadores spagnoli portarono in Europa, per primi nel sedicesimo secolo, notizie "della pianta dolce del miele" usata dai nativi del Sud America. Tuttavia, la prima descrizione scientifica della Stevia si deve al botanico paraguaiano M. S. Bretoni nel 1899 e solo intorno al 1908 è stata segnalata la presenza dei primi dolcificanti a base di Stevia.
Ancora oggi a Rio De Janeiro si sta continuando a studiare l'uso della Stevia che viene considerata il dolcificante del futuro. Nella città di Bilingui la pianta è talmente popolare che in tutti i bar si può trovare il il the di Stevia; inoltre questa pianta è usata per dolcificare i succhi di frutta, i frappè, il latte ed il caffè.
Tuttavia, attualmente i derivati della Stevia, non sono in vendita come gli altri dolcificanti nell'Unione Europea e neppure in U.S.A. e in Canada, perché, sostengono gli esperti: "Non ci sono abbastanza dati per concludere che il suo uso sia sicuro". Mentre in Giappone dagli anni '70, quando furono messi in discussione molti dolcificanti, la Stevia e i suoi derivati vengono utilizzati per edulcorare alimenti e fin'ora non sono stati segnalati effetti avversi.
Gli scienziati europei sostengono che la Stevia e i suoi derivati potrebbero avere qualche influenza sul sistema riproduttivo maschile. Infatti, quando topi maschi venivano alimentati con alte dosi di Stevioside per 22 mesi, la produzione di sperma risultava ridotta ed inoltre un ampio uso di Stevioside può interferire con l'assorbimento dei carboidrati e impedire la conversione dei cibi in energia nelle cellule.
La piantina può essere acquistata presso qualsiasi vivaio, ed è facile da coltivare, d'estate si tiene all'esterno, in giardino o sul balcone o in un contenitore per piante ricadenti, il vaso deve essere ben drenato, perché i ristagni di acqua, le procurerebbero danni alle radici, il substrato deve essere un miscuglio di torba bionda 60% e di torba scura 40%. La pianta deve essere cimata a 10-12 cm di altezza così si avrà sempre lo sviluppo di getti ascellari che andranno cimati a loro volta per ottenere tralci robusti ad alto potere dolcificante, le foglie vanno essiccate all'ombra. La maggiore produttività si ha dalla primavera all'autunno, con i primi freddi è opportuno tenere la pianta all'interno, ma ben esposta alla luce.
Adattamento By Guido Seu
Fonte: Bosco Mastromarino C., Stevia. Medico (inserto del Giornale della Previdenza dei Medici e degli Odontoiatri) - n.7, 2003 - Data ultimo aggiornamento: Giovedì, 30 Ottobre 2003
Tratto da: progettodiabete.org
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Stevia - The U.S. Food and Drug Administration has granted GRAS approval for a natural, zero-calorie sweetener it once sought to wipe out from the U.S. marketplace. Following political pressure from powerful consumer product corporations (Coca-Cola and Pepsi, primarily), the FDA has once again fallen in step with the interests of Big Business and legalized a food and beverage ingredient that it once aggressively oppressed.
In this case, however, the approval of this ingredient happens to be in the best interests of consumers. Why? Because it will largely replace aspartame, an artificial sweetener chemical linked to numerous neurological disorders, including headaches, eye disorders and other problems.
It will also unleash a wave of Stevia-sweetened products for consumers, and that's good news for diabetics or anyone seeking healthier products sweetened with an herbal extract rather than a synthetic chemical.
Tratto da: http://www.naturalnews.com/
Commento NdR: ....Finalmente !
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La Stevia rebaudiana, pianta nativa delle foreste amazzoniche è conosciuta per le sue foglie dolci, e pare che, nonostante il suo contenuto zuccherino, non disturbi il metabolismo dei zuccheri di chi la consuma. Il suo estratto è fino a 300 volte più dolce dello zucchero.
Ne basta pochissimo per dolcificare il caffè o il tè.
Ai tempi dell'approvazione dell'aspartame, la Stevia era un concorrente scomodo e bisognava eliminarla. Negli USA, la Food and Drug Administration, da sempre favorevole alle grandi industrie, vietava l'uso della Stevia come dolcificante. L'estratto rimaneva disponibile come supplement (integratore alimentare) ma il suo uso fu effettivamente limitato perché non poteva essere venduto come dolcificante.
In Europa, non era facile far vietare la Stevia, ma con grande ingenuità, si trovò il metodo per farlo. Si seminarono "dubbi scientifici" sulla sicurezza della Stevia nei comitati scientifici europei e nazionali e presto alcuni paesi vietarono il suo uso.
L'Italia lo fece nel 1985 (due anni dopo l'approvazione dell'aspartame in USA) con una circolare a firma del ministro della Sanità Degan.
L'ordine ministeriale vietava la vendita "di edulcoranti costituiti od estratti dalla pianta aromatica Stevia rebaudiana" e ordinava il sequestro "dei prodotti rinvenibili in fase di commercio".
L'Europa però è grande e andare paese per paese a far vietare una sostanza scomoda era un'impresa faticosa, perfino per un gigante come la Monsanto. Bisognava trovare un'altro metodo.
Novel foods
Sempre nel 1985... ebbe inizio il maggiore scandalo alimentare di tutti i tempi in Europa, quello della malattia della mucca pazza. In Inghilterra, centinaia di migliaia di mucche furono avvelenate con l'uso, imposto dalle autorità, di insetticidi a base di organofosfati.
Quando le mucche si ammalarono, la colpa fu data a delle proteine malformate, i cosiddetti prioni. Le bestie ammalate furono uccise e bruciate "per prevenire il diffondersi della malattia", che si pensò essere infettiva. Le nubi maleodoranti da montagne di carcasse d'animali bruciati coprirono le campagne inglesi per settimane e mesi.
Lo scandalo coinvolse la Commissione europea, accusata di non aver agito in tempo per fermare la nuova peste delle mucche.
In seguito, tutta la Commissione fu costretta a dare le dimissioni e, per "non ripetere mai più" questa esperienza, l'Europa cominciò a emettere nuove leggi restrittivissime.
Una delle nuove leggi necessarie per impedire che uno scandalo simile si ripetesse, era il regolamento detto "novel foods".
Una legge per vietare la commercializzazione di qualsiasi alimento che non poteva già vantare una lunga tradizione di vendita in Europa. Altre leggi restrittive che seguirono erano la direttiva sugli integratori alimentari e la direttiva sull'uso delle erbe curative.
L'effetto di queste leggi era di fermare qualsiasi innovazione nel campo dell'alimentazione e della salute. L'approvazione di un nuovo alimento, di un ingrediente da usare negli integratori o di un'erba salutare adesso richiedeva una serie di studi scientifici simili a quelli necessari per approvare un medicinale. Nessuna di queste leggi avrebbe mai visto la luce se non nel clima generalizzato di paura e imbarazzo che seguiva lo scandalo della mucca pazza.
Ma stavamo parlando della Stevia, pianta dalle foglie dolci come lo zucchero. Ebbene l'estratto di Stevia, fatto in Brasile, era ancora disponibile in diversi paesi europei e stava per conquistarsi una fetta del lucrativo mercato dei dolcificanti.
Stevia ancora vietata
Dopo anni di discussioni tra industria, Commissione europea e parlamento europeo, il regolamento sugli alimenti 'nuovi' fu approvato nel mese di gennaio 1997. Poco dopo, la questione della Stevia come dolcificante in alternativa allo zucchero fu nuovamente sollevata. La Specchiasol di Verona si rivolse al comitato scientifico per gli alimenti, l'organismo che valutava la sicurezza degli alimenti. Dopo due anni di delibere, nella sua opinione del 17 giugno 1999, il comitato segnalava ancora "dubbi sulla sicurezza" dell'estratto di Stevia e si diceva "insoddisfatto della documentazione" fornita.
La Commissione europea ha quindi vietato, nel febbraio 2000, la vendita della Stevia.
Così la Stevia continuava a non essere accettabile come dolcificante in Europa, mentre l'aspartame portava guadagni miliardari alle multinazionali e danni ingenti alla salute degli utilizzatori. Questa volta il verdetto contro la Stevia aveva un'effetto generalizzato per tutti i paesi europei. Il regolamento sugli alimenti 'nuovi' è di immediata applicazione ovunque in Europa.
Non consente l'uso di una sostanza se non dopo documentazione medica e tossicologica, consistente di studi clinici e di laboratorio dai costi praticamente inaccessibili che solamente le multinazionali della chimica e del farmaco se lo possono permettere.
Entrano le multinazionali
Passano alcuni anni e l'aspartame comincia a perdere colpi. La campagna a livello dei consumatori che mette in evidenza la dannosità del dolcificante chimico ha i suoi effetti. La gente comincia a storcere il naso quando sente parlare di aspartame e comincia a evitare le bevande "light". Le vendite delle bevande gassate soffrono.
Alcune fabbriche che producono aspartame in Europa chiudono. La Merisant di Chicago, erede della Monsanto che vende l'aspartame sotto il nome "Equal" in tutto il mondo va in bancarotta, schiacciata dai debiti.
E le bevande "light" ? Nessun problema, dicono alla Coca Cola Company. Abbiamo fatto studi su un estratto di Stevia, la Rebiana. Il marchio commerciale si chiama Truvia e il nuovo dolcificante è stato sviluppato dalla Coca Cola con l'aiuto del Cargill, multinazionale del grano e degli alimenti industriali e dei farmaci. Anche la Pepsi ha preparato il suo estratto di Stevia. Si chiama PureVia ed è simile a quello della Coca Cola.
Il business continua. Così in futuro potremo trovare la nostra bevanda light senza aspartame, dolcificata con la Stevia.
Tratto da: laleva.org
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APPROVATA la STEVIA dalla FDA
The U.S. Food and Drug Administration has granted GRAS approval for a natural, zero-calorie sweetener it once sought to wipe out from the U.S. marketplace. Following political pressure from powerful consumer product corporations (Coca-Cola and Pepsi, primarily), the FDA has once again fallen in step with the interests of Big Business and legalized a food and beverage ingredient that it once aggressively oppressed.
In this case, however, the approval of this ingredient happens to be in the best interests of consumers. Why? Because it will largely replace aspartame, an artificial sweetener chemical linked to numerous neurological disorders, including headaches, eye disorders and other problems.
It will also unleash a wave of stevia-sweetened products for consumers, and that's good news for diabetics or anyone seeking healthier products sweetened with an herbal extract rather than a synthetic chemical.
Fonte: http://www.naturalnews.com/
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BIBLIOGRAFIA:
STEVIA - Br J Clin Pharmacol 2000 Sep;50(3):215-20
A double-blind placebo-controlled study of the effectiveness and tolerability of oral stevioside in human hypertension.
Chan P, Tomlinson B, Chen YJ, Liu JC, Hsieh MH, Cheng JT.
Division of Cardiovascular Medicine, Taipei Medical College and affiliated Taipei Wan Fang Hospital, Taiwan.
AIMS: Stevioside is a natural plant glycoside isolated from the plant Stevia rebaudiana which has been commercialized as a sweetener in Japan for more than 20 years. Previous animal studies have shown that stevioside has an antihypertensive effect. This study was to designed to evaluate the effect of stevioside in human hypertension. METHODS: A multicentre, randomized, double-blind, placebo-controlled study was undertaken. [...]
RESULTS: After 3 months, the systolic and diastolic blood pressure of the stevioside group decreased significantly (systolic: 166.0+/-9.4-152.6+/-6.8 mmHg; diastolic: 104.7 +/- 5.2-90.3+/-3.6 mmHg, P<0.05), and the effect persisted during the whole year.
Blood biochemistry parameters including lipid and glucose showed no significant changes. No significant adverse effect was observed and quality of life assessment showed no deterioration. CONCLUSIONS: This study shows that oral stevioside is a well tolerated and effective modality that may be considered as an alternative or supplementary therapy for patients with hypertension.
PMID: 10971305
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La Stevia rebaudiana Bertoni è una pianta arbustiva perenne della famiglia delle Asteraceae (Compositae), originaria del Sudamerica, le cui foglie contengono glicosidi steviolici che conferiscono un sapore dolce. Per questo motivo le foglie e il loro estratto sono utilizzati in molti luoghi come dolcificante privo di calorie (in sostituzione dello zucchero).
La Stevia rebaudiana Bertoni, chiamata anche erba dolce, è una pianta arbustiva perenne originaria del Sudamerica.
La pianta appartiene alla famiglia delle Asteraceae (Compositae). Le foglie contengono glicosidi steviolici, che hanno un sapore dolce, perciò la pianta viene utilizzata da secoli nell'America del Sud per dolcificare gli alimenti. Oggi il suo impiego come dolcificante avviene in varie forme, che è opportuno differenziare.
Da un lato vengono impiegati direttamente foglie e pianta in virtù del loro sapore dolce. Dall'altro vengono estratti dalle foglie i glicosidi steviolici per essere utilizzati come dolcificanti. I glicosidi principali sono lo stevioside e il rebaudioside A, i quali hanno un potere dolcificante più elevato dello zucchero e sono privi di calorie. Dato il loro impiego, nel diritto in materia di derrate alimentari sono considerati additivi, più precisamente edulcoranti/dolcificanti. Gli additivi sono sostanze utilizzate nella fabbricazione di derrate alimentari per ottenere determinate qualità o effetti (es. prolungamento della conservazione o colorazione della derrata alimentare).
2. Rischi della Stevia per la salute
Il principio su cui si basa la legge sulle derrate alimentari (LDerr; RS 817.0) è che le derrate alimentari non devono mettere in pericolo la salute degli esseri umani. Perciò tutte le nuove derrate alimentari o sostanze devono sottostare a una valutazione tossicologica.
Anche i prodotti vegetali possono mettere in pericolo la salute umana. Nel giugno 1999, il Comitato scientifico dell'alimentazione umana della Commissione europea (SCF) è giunto alla conclusione che i dati scientifici disponibili non sono sufficienti per giudicare l'impiego della pianta e delle foglie di Stevia come non pericoloso per la salute. Per esempio, sono emersi indizi secondo cui alcuni componenti della pianta possono compromettere la fertilità maschile o provocare un calo della pressione arteriosa o del livello di zuccheri nel sangue. In base a questi dati non è da escludere che la salute dei consumatori possa essere danneggiata dalle sostanze contenute nella pianta.
Inoltre potrebbe sussistere un rischio di allergia quando vengono utilizzate le foglie intere per dolcificare, in quanto la Stevia appartiene alle Compositae, note per il loro elevato rischio di provocare allergie.
I glicosidi steviolici isolati dalla pianta di Stevia richiedono un procedimento impegnativo per la loro estrazione e purificazione. Questo procedimento potrebbe eliminare dalla pianta alcune sostanze potenzialmente tossiche.
Nel giugno 2008, il Joint FAO/WHO Expert Committee on Food Additives (JECFA) ha eseguito una valutazione tossicologica di un estratto standardizzato al 95 per cento di glicosidi steviolici.
Il livello tollerabile di assunzione giornaliera (ADI = Acceptable Daily Intake) di questo estratto è stato stabilito a 0 - 4 mg/kg (espresso come steviolo) del peso corporeo. Sulla base dell'ADI è possibile stabilire una quantità massima di additivo nelle singole derrate alimentari.
Specifica dello JECFA sui «glicosidi steviolici»
Modifica dello 73. JECFA (2010)
Ultima modifica: 29.06.2010
Nell'aprile 2010, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha pubblicato un rapporto che conferma la valutazione eseguita dal JECFA nel 2008. Quindi, solo i glicosidi steviolici puri al 95 per cento sono considerati non pericolosi per la salute, a condizione di rispettare l'ADI. I prodotti non corrispondenti alla specifica JECFA possono contenere quantità sconosciute di sostanze per le quali non è da escludere un potenziale rischio per la salute.
3. Situazione giuridica in Svizzera
Nell'autorizzazione all'uso nelle derrate alimentari bisogna differenziare tra la pianta di Stevia e i glicosidi steviolici.
Pianta di Stevia
Poiché la non pericolosità per la salute della pianta di Stevia non è definitivamente dimostrata, la pianta e le foglie di questa specie non possono essere commercializzate come derrate alimentari o come dolcificanti di derrate alimentari. Con un'eccezione: le foglie di Stevia possono essere impiegate, in quantità molto ridotta, come ingrediente dei tè alle erbe. Una miscela di tè alle erbe deve contenere al massimo 1 - 2 per cento di foglie di Stevia. Tutte le altre modalità d'impiego della pianta e delle sue foglie non sono ammesse in Svizzera per motivi di protezione della salute. Anche nell'UE non è ammesso l'uso della pianta di Stevia come derrata alimentare.
Glicosidi steviolici
I glicosidi steviolici non rientrano tra gli additivi ammessi secondo l'allegato 1 dell'ordinanza sugli additivi ammessi nelle derrate alimentari (ordinanza sugli additivi, OAdd; RS 817.022.31).
Ai sensi di tale ordinanza, esistono tuttavia due possibilità per commercializzare in Svizzera prodotti contenenti glicosidi steviolici.
Notifica di prodotti ammessi ai sensi della legislazione europea sugli additivi:
Dall'11 novembre 2011, nell'UE i glicosidi steviolici sono ammessi quali additivi a determinate condizioni d'uso.
Per questo motivo, in Svizzera non è necessaria un'autorizzazione per i prodotti contenenti glicosidi steviolici conformi alle prescrizioni dell'UE. Il loro impiego deve essere unicamente notificato all'UFSP giusta l'articolo 2 capoverso 3 OAdd. L'UFSP conferma gratuitamente la ricezione della notifica nel giro di 2-3 settimane, dopo di che il prodotto può essere immesso sul mercato svizzero. Il rispetto delle condizioni poste dal diritto sulle derrate alimentari rientra nella responsabilità individuale del notificante e può essere verificato dall'autorità cantonale di esecuzione e non dall'UFSP.
Regolamento (UE) n. 1131/2011 della Commissione, dell'11 novembre 2011, che modifica l'allegato II del regolamento (CE) n. 1333/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda i glicosidi steviolici
Valido da 14.11.2011
Autorizzazione per prodotti non ammessi ai sensi della legislazione europea sugli additivi:
L'UFSP può concedere autorizzazioni speciali provvisorie per additivi a un prodotto contenente glicosidi steviolici non conforme alle disposizioni di legge europee se la dose proposta non presenta pericoli per la salute e se i consumatori non sono tratti in inganno dall'additivo.
Sulla base della valutazione dello JECFA e dell'EFSA, l'UFSP può ammettere provvisoriamente l'uso di glicosidi steviolici in singole derrate alimentari, conformemente all'articolo 2 capoversi 1 e 2 OAdd. Le quantità massime dei glicosidi steviolici nelle singole derrate alimentari possono essere determinate in base all'ADI.
Per ottenere l'ammissione di un additivo ai sensi dell'articolo 2 OAdd, bisogna presentare una domanda di autorizzazione.
Alla domanda deve essere necessariamente allegata la specifica relativa al glicoside steviolico e la ricetta. Senza queste informazioni la domanda non può essere esaminata. Una valutazione tossicologica e la conferma dell'ammissione in altri Paesi, come richieste dal formulario, in questo caso non sono necessarie. L'elaborazione di una domanda di questo tipo richiede da 1 a 3 mesi. Il costo dipende dall'onere amministrativo e parte da 300.- CHF.
L'autorizzazione concerne esclusivamente l'uso dell'additivo e non costituisce in alcun caso un'ammissione a titolo generale del prodotto o della sua composizione ed etichettatura. Per le questioni relative a quest'ultimo aspetto sono competenti le autorità cantonali di esecuzione della legislazione sulle derrate e alimentari e gli oggetti d'uso.
In merito all’etichettatura e alla pubblicità raccomandiamo di leggere la seguente lettera informativa:
158/2010 Lettera informativa
Etichettatura e pubblicità dell’additivo costituito dai glicosidi steviolici
Valido da 08.10.2010
Autorizzazione/notifica per un additivo
Controlle delle derrate alimentari in Svizzera (externer Link, neues Fenster)
Per domande sul tema, scriveteci
Aggiornato l'ultima volta il: 14.11.2011 - Ricerca avanzata
Documenti dell'OMS: WHO Expert Committee on Food Additives 69th Meeting (externer Link, neues Fenster) http://www.bag.admin.ch/images/icons/ico_extern.gif
Specifica dello JECFA sui «glicosidi steviolici»
Modifica dello 73. JECFA (2010)
29.06.2010
Documenti dell'UE
SCF-Opinion on Stevia Rebaudiana Bertoni plants and leaves (externer Link, neues Fenster) http://www.bag.admin.ch/images/icons/ico_extern.gif
SCF-Opinion on Stevioside as a sweetener (externer Link, neues Fenster) http://www.bag.admin.ch/images/icons/ico_extern.gif
Decisione della Commissione europea sulla Stevia rebaudiana (externer Link, neues Fenster) http://www.bag.admin.ch/images/icons/ico_extern.gif
L’EFSA valuta la sicurezza dei glicosidi steviolici (externer Link, neues Fenster) http://www.bag.admin.ch/images/icons/ico_extern.gif
Informazioni complementari
RS 817.0 Legge sulle derrate alimentari (LDerr) (externer Link, neues Fenster) http://www.bag.admin.ch/images/icons/ico_extern.gif
RS 817.022.31 Ordinanza sugli additivi (OAdd) (externer Link, neues Fenster) http://www.bag.admin.ch/images/icons/ico_extern.gif
Autorisation d'un additif
Autorisations provisoires pour l'emploi de Steviol Glycoside selon art. 2 al. 1 OAdd
11.08.2011 | 37 kb | PDF
Herbes et plantes dans des denrées alimentaires
Ufficio federale Svizzero della sanità pubblica (UFSP)http://www.bag.admin.ch/themen/lebensmittel/04861/04972/index.html?lang=it
Tratto da: http://www.bag.admin.ch/themen/lebensmittel/04861/04972/index.html?lang=it
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Il gruppo di esperti scientifici sugli additivi di EFSA ha recentemente pubblicato un’opinione scientifica sulla sicurezza dei glicosidi steviolici, su richiesta della Commissione Europea a seguito delle petizioni inoltrate da tre diversi richiedenti per approvarne la commercializzazione nell’UE.
Cosa sono i glicosidi steviolici
I glicosidi steviolici sono estratti dalla pianta della Stevia reubadiana, dall’elevato potere dolcificante, variabile a seconda del tipo di sostanza; gli steviosidi e rebaudiosidi sono in grado di dolcificare da 40 a 300 volte in più del saccarosio.
I glicosidi steviolici presentati nelle petizioni prese in esame sono miscele chimicamente definite composte per almeno il 95% da un particolare rebaudioside detto Rebaudioside A, tuttavia sono presenti piccole quantità altri estratti della Stevia, i rebaudiosidi B, C, D, E ed F, lo steviolbioside, il rubusoside e il dulcoside A. Data la forte componente di Reb-A è comunque principalmente l’effetto di un’esposizione intensa a tale estratto ad essere stato preso in esame. (vedi pp. 8/11)
Precedenti valutazioni
Lo stevioside in quanto dolcificante è stato valutato dal Comitato Scientifico per l’Alimentazione (SCF) nel 1984, nel 1989 e nel 1999 (in questa data anche in quanto novel food), ed è stato giudicato come “tossicologicamente non accettabile” vista l’insufficiente quantità di dati disponibili per valutarne la sicurezza.
In seguito il Comitato di esperti congiunti FAO/OMS per gli additivi alimentari (JEFCA) ha rivisto la sicurezza dei glicosidi steviolici nel 2000, nel 2005, nel 2006, nel 2007 e nel 2009 e ha stabilito una dose giornaliera ammissibile (DGA) pari a 4 mg/kg peso corporeo/die.
Nella sua opinione scientifica EFSA risponde sia alle petizioni dei richiedenti sia alle perplessità avanzate a suo tempo dall’SCF.
Valutazioni di EFSA
Il gruppo scientifico ha valutato i diversi studi disponibili sia sulla stabilità chimica delle sostanze nelle diverse condizioni di preparazione, conservazione ed utilizzo, sia sugli effetti della loro assunzione da parte di animali, a livello metabolico, tossicologico, di genotossicità in vitro e in vivo, e di amministrazione ad esseri umani sia singole che ripetute.
La stabilità della massa dei glicosidi steviolici è stata verificata. La foto stabilità ha invece evidenziato una tendenza all’aumento della degradazione delle sostanze in presenza di elevate temperature, sia in condizioni di conservazione che di produzione del cibo (vedi pp. 11 e seguenti e 40).
Gli esami tossicologici non hanno evidenziato effetti avversi per quanto riguarda genotossicità, potenziale cancerogeno, sul sistema riproduttivo umano o sui bambini in fase di crescita. Si è verificato come l’assorbimento delle sostanze per via orale sia basso, ma che esse vengono idrolizzate nella microflora del colon, e quindi assorbite qui in maniera massiccia. Tuttavia non si sono riscontrati effetti negativi sull’uomo per un utilizzo singolo di una dose giornaliera a persona di 1000 mg di glicosidi steviolici con il 97% di Rebaudioside A, o continuativo per diverse settimane di 1000 mg di Rebaudioside A, corrispondenti a 16,6 mg di Rebaudioside A/kg peso corporeo/die per una persona di 60 kg e approssimativamente 5,5 mg di equivalenti steviolici peso corporeo/die (vedi pp. 44/45).
I dati disponibili non sembrano dare adito a preoccupazioni, riportate da alcune ricerche, riguardo al potenziale rischio di aumento di reazioni anafilattiche dei bambini in seguito all’esposizione. Alcuni dati in vitro e in vivo sembrano invece indicare possibili effetti immunostimolanti e di attività disinfiammante; tali dati non sono sufficienti per una dimostrazione consistente di tali proprietà, ma EFSA suggerisce di approfondire gli studi in tal senso (pp. 39 e seguenti).
Il gruppo scientifico valuta quindi una DGA congruente a quella fissata a suo tempo dal JEFCA, ovvero 4 mg/kg peso corporeo/die. Valutando però, sulla base delle proiezioni sul futuro impatto delle sostanze approvate nel regime alimentare medio di un consumatore europeo effettuate da uno studio del 2008, EFSA evidenzia la possibilità che tale DGA possa venire superato sia da adulti che da bambini se tali dolcificanti verranno impiegati ai massimi livelli proposti dai richiedenti (pp. 46/48).
Prospettive di utilizzo
Secondo le proiezioni all’esposizione totale anticipata ai glicosidi steviolici, definiti come equivalenti steviolici, sono le bevande analcoliche (tra l’11 e il 58 %) e i dolci, inclusi prodotti aromatizzati a base di latte (tra il 14 e il 71 %).
Altri prodotti come cereali, frutti e verdure candite, confetture potrebbero assestarsi intorno al 17/18 %.
L’utilizzo maggiore previsto è per il Rebaudioside A, che contrariamente ad altri dolcificanti intensi è leggero, caldo e con acidità stabile, il che lo rende ideale per succhi di frutta acidi e prodotti pastorizzati a base di latte. Non è però sufficientemente dolce per alcune bevande analcoliche gassate, per le quali necessita di essere combinato con dolcificanti artificiali, inficiando il beneficio della “naturalità” dell’estratto, o a moderate quantità di zucchero, che però gli precluderebbero lil vanto di avere zero calorie, pur con un ridotto apporto calorico rispetto al glucosio.
In attesa di verificare le modalità in cui verrà utilizzato, se ne verrà rispettata la naturalità e se, a seconda di queste modalità, in effetti sarà possibile rispettarne i limiti previsti in un regime alimentare medio, si ricorda l’attuale presenza sul mercato di dolcificanti ottenuti da estratti naturali di comprovata sicurezza.
Link al documento: Scientific Opinion on the safety of steviol glycosides for the proposed uses as a food additive sul sito di EFSA
Tratto da:
http://www.sicurezzaalimentare.it/sicurezza-alimentare/Pagine/GlicosidistevioliciopinionescientificadiEFSAsullasicurezza.aspx
Glicosidi steviolici: l'EFSA rivede la valutazione dell'esposizione
Abbassata la dose giornaliera accettabile (ADI) stabilita ad aprile dal gruppo di esperti – 09/02/2011
La prima valutazione riguardo le dosi consigliate di glicosidi steviolici, meglio conosciuti come Stevia, era stata fatta dall'EFSA ad aprile 2010. Gli Stevia sono dei dolcificanti utilizzati negli alimenti senza zucchero o a ridotto valore energetico, ad esempio in alcune bevande aromatizzate e dolciumi.
Il problema nasce infatti nel momento in cui i forti consumatori di queste sostanze, adulti e bambini, tramite un uso esagerato delle sostanze superano le dosi di dolcificante consentito anche se i livelli fissati dello stesso sono stati leggermente abbassati rispetto al precedente parere.
L'EFSA ha quindi calcolato l'esposizione ai glicosidi steviolici contenuti in varie categorie di alimenti tra cui bevande analcoliche aromatizzate che, viste le abitudini di consumo alimentare, sarebbero tra le principali fonti di esposizione ai glicosidi steviolici sia per gli adulti che per i bambini.
Per il calcolo dell'esposizione l'EFSA ha usato i dati di diverse banche dati sul consumo di prodotti alimentari, tra cui la banca dati completa sul consumo di prodotti alimentari dell'EFSA.
Per i forti consumatori le stime di esposizione riviste ai glicosidi steviolici restano superiori all'ADI stabilita di 4 mg per kg di peso corporeo. Per i bambini europei (di età compresa tra 1 e 14 anni) l'esposizione varia da 1,7 a 16,3 mg/kg p.c./giorno; e per gli adulti le stime di esposizione riviste variano da 5,6 a 6,8 mg/kg p.c./giorno. se giornaliera accettabile (ADI) stabilita ad aprile dal gruppo di esperti.