Clamorosa scoperta dell’University College London: la morte cellulare si diffonde propagando una luce azzurrina
Da www.ecoblog.it/post/104707/londa-az...r-di-lunga-vita
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Sul film a scorrimento veloce in cui si ripercorre tutta la propria vita si sta ancora lavorando, ma la scoperta fatta da un gruppo di ricercatori dello University College London è di quelle clamorose: al momento della morte il corpo sarebbe percorso da una luce fluorescente azzurra emessa dalle cellule che si propagherebbe da una cellula all’altra “invadendo” l’intero organismo. Quella che è già stata battezzata “l’onda della morte” è stata fotografata in un piccolo verme e ampiamente descritta sulle pagine del PLoS Biology.
Si tratta di uno studio fondamentale nella comprensione della diffusione della morte cellulare nel corpo, anche in organismi complessi come l’uomo, visto che i meccanismi cellulari dei vermi hanno numerosi punti di contatto con quelli dei vermi. David Gems, coordinatore del gruppo di ricerca, ha spiegato come l’obiettivo sia l’identificazione dei geni che controllano l’invecchiamento e le malattie collegate.
Al momento della morte le singole cellule innescano una reazione chimica che porta alla rottura dei componenti cellulari e a un accumulo di detriti molecolari. Nell’osservazione al microscopio del verme Caenorhabditis elegans è stata osservata, al momento del decesso, un’onda fluorescente azzurra determinata dalla diffusione, favorita dal calcio, di una sostanza chiamata acido antranilico.
Nel tentativo di bloccare il percorso chimico che propaga la morte cellulare i ricercatori sono riusciti a ritardare il decesso provocato da un’infezione ma non dalla vecchiaia: questo perché un evento accidentale come un’infezione è innescato da un minor numero di processi rispetto al decesso per invecchiamento determinato da un concorso di cause che agiscono in parallelo. Studiando i processi che intervengono durante invecchiamento e morte l’ambizione è quella di differirli il più possibile. L’elisir di lunga vita arriverà studiando la luce azzurra?
Da uno studio dell' ENEA sulla Sindone