"In ogni processo di integrazione sociale-culturale, vi è sempre una parte attiva ed una passiva; dove la prima è rappresentata da coloro che dovrebbero “integrarsi” e la seconda da coloro che dovrebbero semplicemente lasciare che ciò accada. Ma in una tale situazione però, a compiere lo sforzo più grande sono indubbiamente coloro che realmente desiderano , non cancellare definitivamente il loro passato, la loro cultura e le loro origini, bensì affiancarvi nuove idee, nuovi concetti, nuovi modi di vedere la realtà, nuovi stili di vita. Il punto però è che in un simile contesto le forze in gioco non sono tra loro adeguatamente bilanciate; il che porta a delle inevitabili tensioni sociali, all’interno di un paese ospitante (…una parola ben diversa da ospitale). Forse il giorno in cui in ogni nazione di questo mondo, si inizierà ad educare e dunque a far comprendere ai propri cittadini, che il giusto equilibrio tra popoli di diversa origine etnica, si ottiene solo attraverso un processo di fusione sociale-culturale (dove entrambe le parti si ritrovano ad essere amichevolmente e disponibilmente attive tra loro), e non di “integrazione” , probabilmente molte tensioni sociali spariranno, e molte nazioni non saranno più ospitanti (nei confronti di coloro a cui la vita non ha lasciato altra scelta) …ma ospitali”.