"Dire che (parafrasando Leibniz), noi viviamo nel “migliore dei mondi possibili”, alle orecchie di molti potrebbe suonare addirittura blasfemo. Ma basterebbe una piccola modifica, una piccola aggiunta a tale frase, per far apparire il tutto sotto un altro punto focale, e rendere così molto più sensata e credibile una delle più note e geniali intuizioni dello scienziato tedesco, Gottfried Wilhelm von Leibniz: “Noi viviamo nel migliore dei mondi possibili, in rapporto al livello evolutivo della specie animale predominante (quella umana, nel nostro caso)”. Ma quanti altri mondi “perfetti” si possono contare nell’intero Universo (…oltre al nostro)? L’unica condizione affinché una specie animale predominante possa vivere “nel migliore dei modi” sulla terra da cui ha avuto origine (ma anche su altre!), è che essa comprenda e riconosca sempre (anche in ritardo, ciò non ha importanza), nel corso del proprio percorso evolutivo, tutti gli errori da essa stessa commessi (e che gradualmente cerchi di porvi rimedio). Quando ciò non accade, vuol dire che ad aver messo radici in tale specie animale è la follia; e l’unica conseguenza di una simile eventualità, è l’estinzione prematura". Fausto Intilla