- cincin ha scritto:
- Fausto ha scritto:
- Pane e riso sfamano buona parte del mondo,
Sto per dire una cosa che potrebbe essere scambiata per cinismo.
E' vero, pane e riso sfamano buona parte del mondo, ma purtroppo la rendono anche più debole e povera.
Perchè chi mangia tanto pane e riso vuol dire che mangia poche proteine e mangiare poche proteine vuol dire indebolire e far ammalare il corpo.
Nei paesi molto poveri si va a vanti a cereali perchè costano poco ma questo li rende sempre più poveri perchè un fisico indebolito e ammalato lavora di meno.
Io sono del parere che insieme al pane e al riso bisognerebbe aiutare i paesi poveri a fare meno figli (dove c'è miseria si fanno anche molti figli) perchè se la popolazione cresce a dismisura, sarà una popolazione povera e che bisogna alimentare a pane e riso, rendendola debole e ammalata.
Meno bocche da sfamare vuol dire avere più cibo per tutti e più cibo vuol dire più persone sane.
Sono andata un po' OT, e me ne scuso, e spero di non aver recato offesa a chi soffre.
Ciò che dici è vero CinCin.
Riporto qui di seguito un breve paragrafo tratto da "Dio=mc2", in cui ho cercato di mettere in luce, i motivi che spingono le popolazioni più povere del pianeta,ad avere un tasso di incremento demografico relativamente alto:Impulsi neurogenetici di antico stampo:Gli impulsi neurogenetici di antico stampo sono insiti nella mente di ogni
individuo, indipendentemente dalla razza umana a cui appartiene. Tutti
questi impulsi sono radicati nel nostro subconscio e sembrano garantire la
nostra sopravvivenza. (Purtroppo però non di ogni etnia; infatti il principio
di G.F. Gause(
*26) dell'esclusione competitiva, è osservabile persino fra le
diverse razze del genere umano. Basti pensare a come l'uomo di razza
bianca nord-occidentale sia in grado di manipolare a proprio vantaggio il
comportamento di intere civiltà di qualsiasi razza, su vastissime aree di ogni continente terrestre, sfruttando così la manodopera indigena e organizzando talvolta, quando è necessario, delle guerre civili... a scadenza indeterminata. (Colui che crede che colonizzare significhi unicamente apportare benessere a civiltà tecnologicamente meno evolute della nostra si sbaglia di grosso).
L'Intensità di Impulso Neurogenetico varia da individuo a individuo e nella
nostra specie animale (umana), persino da razza a razza. Sembrerebbe che l'evoluzione della nostra specie abbia fatto sì che alcuni impulsi si siano "assopiti" col passare del tempo, poiché non più così necessari a garantire la sopravvivenza di almeno una razza umana. Ciò potrebbe anche essere vero, ma resta il fatto che alcuni impulsi, purtroppo (i quali a parer di molti sarebbero scemati parecchio a distanza di secoli), come l'impulso razziale ad esempio, sembrano essere assai predominanti (a livello di specie) in una moltitudine di impulsi neurogenetici(
*27) i quali (a livello di etnia) e a seconda delle loro principali caratteristiche e rispettive potenzialità, danno origine al fenomeno dell'esclusione competitiva umana; un fenomeno quindi necessario (per ogni specie animale ancor giovane) a garantire la sopravvivenza di almeno una razza umana. A questo punto qualcuno potrebbe obiettare: "ma se è risaputo da tempo che basterebbe una giusta ripartizione delle risorse economiche a livello mondiale, per cancellare definitivamente la fame dalla faccia della Terra, fino a che punto sono poi così limitate queste risorse sul nostro pianeta? E fino a che punto quindi è giustificabile il fenomeno della esclusione competitiva umana?"
Ebbene a questa domanda io risponderei così: "il fenomeno dell'esclusione
competitiva umana è anche in questo caso un riflesso condizionato da una
serie di impulsi neurogenetici di antico stampo; quando questi impulsi
scemeranno col passare dei millenni, tale fenomeno tenderà a scomparire.
E a quel punto non vi sarà più motivo di preoccuparsi di quanto sarebbero
realmente limitate le risorse sulla Terra per una popolazione che dovesse
superare i dieci miliardi di individui, perché grazie al benessere intere civiltà umane tenderanno ad avere un tasso di incremento demografico
pressoché nullo".
Fare una distinzione tra gli impulsi neurogenetici che si sono "assopiti" a
causa dell'evoluzione e quelli che invece sono rimasti più o meno costanti
sin dalla notte dei tempi, si dimostra quindi un'impresa assai ardua.
(L'unico impulso che potremmo inserire nella categoria di quegli impulsi
che sono rimasti più o meno costanti sin dalla notte dei tempi, é forse quello sessuale; ma ciò mi sembra più che normale, poiché è quello che principalmenete garantisce la sopravvivenza della nostra specie).
Ciò che comunque dobbiamo tener presente è che l'evoluzione gioca un
ruolo importante nel mutamento degli impulsi neurogenetici. Questi
mutamenti di potenzialità degli impulsi neurogenetici sono indispensabili e
quindi di primaria importanza per garantire la sopravvivenza dell'intero
genere umano. Tenendo in considerazione che l'influenza del denaro
sull'uomo scemerà col passare dei millenni (o dei secoli, se saremo più
fortunati) e che quindi aumenteranno i mezzi di sostentamento (cibo, acqua e un tetto sotto cui vivere, prevalentemente) per tutte le civiltà di questo pianeta, l'intensità dell'impulso sessuale diminuirà proporzionalmente all'influenza del denaro; questa diminuzione di intensità dell'impulso sessuale sarà comunque dovuta unicamente a un radicale cambiamento delle condizioni dell'ambiente esterno, ciò vale a dire che il livello di potenzialità biologica di tale impulso, sarà paragonabile e quindi più o meno identico all'attuale anche a distanza di secoli o addirittura di millenni.
Un errore che non si deve comunque commettere, è quello di credere che se in tutte le civiltà estremamente povere di questo pianeta é assai marcato l'impulso sessuale (inteso sempre come predisposizione naturaleintenzionale ad incrementare il tasso di natalità), ciò sia dovuto ad un fattore biologico. Questo è assolutamente inveritiero.
Infatti ogni impulso neurogenetico, compreso quello sessuale, può venire
notevolmente amplificato o attenuato a dipendenza delle condizioni
dell'ambiente esterno (definite anche significativamente dai modelli di
insegnamento e istruzione scientifico-culturale dell’ ambiente(
*28) in
questione) relative al singolo individuo o alla razza umana in questione,
conservando comunque sempre il suo livello di potenzialità biologica.