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 Appunti di armonia Jazz

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nuages




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MessaggioTitolo: Appunti di armonia Jazz   Appunti di armonia Jazz Icon_minitimeLun Gen 19, 2009 4:05 pm

“Tutto cominciò con il Blues”; così potrebbe iniziare il racconto della storia del Jazz. Il Blues era la musica popolare degli schiavi neri d’America, che intonavano canti simili a lamenti, accompagnati solo da qualche liuto o chitarra, nell’epoca a cavallo tra l’800 ed il 900. Il Blues attraverso il suo sviluppo armonico graduale, arrivò ad influenzare ed ispirare grandi musicisti tipo: Amstrong, Gershwin, Parker, Coltrane ecc. Esiste anche una teoria che sostiene che il Blues giunse nella parte meridionale degli Stati Uniti, con provenienza dall’India, dopo aver attraversato l’Europa l’Africa ed il mondo Arabo. In pratica il Blues sarebbe l’anima musicale, che rappresenta le sofferenze e le vicissitudini dei Popoli di tutto il mondo. Il Blues nero Americano originale era molto più semplice dell’attuale forma armonica che ha raggiunto dagli anni 40 in poi. Il Blues all’inizio del secolo era anche identificato come “musica stonata”, a causa delle sue “Blue Note”, caratterizzate all’inizio, dagli intervalli di terza e settima minore, che con il tempo si sono poi espansi agli intervalli di quinta e nona minore. I Jazzisti contemporanei, quando pensano al Blues, si calano in un’atmosfera particolare, che vive dentro ad uno schema di base formato dalle famose “Dodici battute”, in cui può avvenire di tutto……L’importante è che i musicisti siano “sintonizzati” sullo stesso “Ambiente Blues”.
Vediamo le note che possono essere usate in una scala Blues, che come già sopra accennato è caratterizzata dalle “Blue Note”; e quindi prendendo una scala di Do M, ne risulta che le note fondamentali su cui il Blues moderno si basa sono:
Do, Mi b, Fa, Fa#, Sol, Si b, Do, Re b (inteso come intervallo di nona bemolle).
Da questo schema di scala base, tutte le appoggiature possono essere considerate valide con l’inserimento delle note di passaggio come il Mi, Fa, Sol, e la sensibile Si naturale, non diminuita. Ne risulta che viene fuori quasi una scala cromatica, l’importante è soffermarsi nei tempi pesanti sulle “Blue Note”, che saranno quelle note che caratterizzano appunto tutto il fraseggio. Proprio per questo motivo, di apertura armonica, nel Jazz contemporaneo il Blues in realtà è considerato come una musica di tipo “modale”, inteso come semplificazione delle Armonie all’essenziale.

Esempio di Giro Armonico Blues semplice in Bb, applicato nel celebre Blues “Blue Monk” del pianista Thelonius Monk dell’era Bop.
Bb7 / / / / - Eb7 / / / / - Bb7 / / / / - Bb7 / / / / - Eb7 / / / / - E dim / / / / -
Bb 7 / / / / - Bb7 / / / / - F7 / / / / - F7 / / / / - Bb7 / / / / - F7 / / / / -

Esempio di Giro Armonico Blues più complesso in Fa, introdotto da Charlie Parker negli anni 40 nell’era del “bop”, nei suoi Blues come “Now’s the time”.
F6 / / / / - Bb7 / / / / - F6 / / / / - Cm7 / / F7 / / - Bb7 / / / / - B dim / / / / - F6 / / / / -
D7 / / / / - Gm7 / / / / - C7 / / / / - Am7 / / D7 / / - Gm7 / / C7 / / -


Sigle:

C=Do D=Re E=Mi F=Fa G=Sol A= La B=Si

Armonizzazione delle scale musicali Maggiore e minore armonica:
Esempio di armonizzazione di scala di C Maggiore a 4 note:
Note: Do, Re, Mi, Fa, Sol, La, Si, Do

1) Do, Mi, Sol, Si = Accordo di C Maj 7
2) Re, Fa, La, Do = Accordo di D min 7
3) Mi, Sol, Si, Re = Accordo di E min 7
4) Fa, La, Do, Mi = Accordo di F Maj 7
5) Sol, Si, Re, Fa = Accordo di G 7 di Dominante, o Risolvente
6) La, Do, Mi, Sol = Accordo di A min 7
7) Si, Re, Fa, La = Accordo di B min 7/b5, anche chiamato semi-diminuito

Esempio di armonizzazione di scala di C min armonica a 4 note:
Note: Do, Re, Mib, Fa, Sol, Lab, Si, Do
1) Do, Mib, Sol, Si = Accordo di C min 7 Maggiore
2) Re, Fa, Lab, Do = Accordo di D min 7/b5, o semi-diminuito
3) Mib, Sol, Si, Re = Accordo di Eb Maj /5 eccedente
4) Fa, Lab, Do, Mib = Accordo di F min 7
5) Sol, Si, Re, Fa = Accordo di G 7 di Dominante, o Risolvente
6) Lab, Do, Mib, Sol= Accordo di Ab 7
7) Si, Re, Fa, Lab = Accordo di B diminuito

Dominanti secondarie: D.S.
Gli accordi di “Settima di Dominante”, anche chiamati “Risolventi”, rappresentano la sonorità che alla fine di un giro Armonico qualsiasi, riportano sempre all’ Accordo di “Tonica” di base.
A volte nella nostra musica Occidentale in alcuni brani musicali si presentano qua e la degli accordi di “Settima di Dominante” isolati, oppure in sequenza tra di loro, non appartenenti alla scala della tonica di base del brano. Questi accordi è di uso comune definirli con il termine di “Dominanti Secondarie”; un esempio tipico possiamo vederlo nel giro armonico, definito anche “Anatole”, inventato dal grande musicista e compositore Gorge Gershwin. Nel Suo brano musicale “I Got Rhythm” in tonalità di Bb nella prima parte, si sperimenta la sequenza Armonica su una scala Maggiore dei gradi: I, VI, II, V, I (Bb Maj 7, Gm7, Cm7, F7, Bb, ecc.). Nella seconda parte, invece si sperimentano appunto una serie di Dominanti secondarie: D7, G7, C7. Le “Dominanti Secondarie”, quindi rappresentano un modo per creare dei punti di “Tensione Armonica”, al di fuori della Tonalità di base.

Giri Armonici e Modale:

Tutta la musica, da Noi conosciuta nelle culture occidentali, è organizzata armonicamente in due grandi filoni:

A)Giri armonici: (II-V-I, Anatole, Blues ecc.) dove il tutto è imperniato sul “Centro tonale” C.T. (in genere rappresentato dall’accordo costruito sul 1° grado della scala in questione, anche definito Accordo di “Tonica”), il quale funge da magnete che attira a se gli altri Accordi costruiti sugli altri gradi della scala musicale presa in considerazione; con due situazioni diverse, che si possono definire in situazione di “Relax” dove convivono bene insieme gli accordi affini al centro tonale, e situazione di “Tensione” dove convivono gli altri accordi che creano tensione rispetto il “Centro tonale”.

B)Modale: In questo particolare tipo di armonia, lanciato dal grande Miles Davis, ogni accordo funge da “centro tonale”, e quindi non esistono in questo caso le situazioni di “Relax” e “Tensione”. In genere i brani Jazz di tipo “Modale” sono costruiti su pochissimi accordi: vedi ad esempio “So What” di Miles Davis, tutto basato sul D m (Dorico, inteso come secondo grado della Scala Maggiore di C), ed il Eb m (Dorico).

Situazione di “Relax”:
Prendiamo come esempio l’armonizzazione della scala di C Maggiore:
I gradi della scala in situazione di “Relax”, e che quindi possono anche essere sostituiti tra di loro sono il 1°, 3°, 6°, i quali armonizzandoli con accordi a 4 note diventano:
1°) C Maj7 = Do, Mi, Sol, Si (Accordo di Do Maggiore con la settima Maggiore)
3°) E min 7 = Mi, Sol, Si, Re (Accordo di Mi minore settima)
6°) A min 7 = La, Do, Mi, Sol (Accordo di La minore settima)

Situazione di “Tensione”:
Prendiamo ancora come esempio l’armonizzazione della scala di C Maggiore:
I gradi della scala in situazione di “Tensione”, e che quindi possono anche essere sostituiti tra di loro sono il 2°, 4°, 5°, 7°, i quali armonizzandoli con accordi a 4 note diventano:
2°) D min 7 = Re, Fa, La, Do (Accordo di Re minore settima)
4°) F Maj7 = Fa, La, Do, Mi (Accordo di Fa Maggiore con la settima Maggiore)
5°) G 7 = Sol, Si, Re, Fa (Accordo di Sol Maggiore settima di dominante)
7°) B semi-diminuito = Si, Re, Fa, La (Accordo di Si semi-diminuito, anche definito come Accordo minore settima con la quinta diminuita, o bemolle).

Note sull’improvvisazione:
1) Quando improvvisi in situazione di “Relax”, come esempio sulla scala di Do Maggiore; sulla prima, la terza e la sesta posizione (Do M, Mi m, La m), puoi usare tutte le note escluso il Fa; caso mai puoi usare la 11+, che è il Fa diesis.
2) Quando improvvisi in situazione di “Tensione”, come esempio sulla scala del Do Maggiore, sulla seconda , la quarta, la quinta e la settima posizione ( Re m, Fa M, Sol 7, Si semi-diminuito), puoi usare tutte le note della scala, incluse per dare ancora maggior tensione la quinta bemolle e diesis, e la nona bemolle e diesis; una buona scala dove entrano dentro tutte queste dissonanze è la scala Superlocria; per esempio suonando in Do M, quando sei in tensione ad esempio sul Sol 7, se vuoi far sentire la quinta e la nona diesis e bemolle, puoi usare la Scala Superlocria di Sol, che corrisponde alla scala melodica minore costruita mezzo tono sopra, e cioè il La bemolle minore melodico, dove trovi le note: La b (nona diminuita), Si b (nona eccedente), do (quarta), Re b (quinta diminuita), Mi b (quinta eccedente), Fa (settima), Sol (ottava).
Queste sono le note su cui puoi lavorare, ma potresti anche lavorare al limite su una scala cromatica; quello che conta sono le note su cui Ti appoggi sui “Tempi forti”; quelle sono le fondamenta dove fai reggere il Tuo Solo, e dove conta il gusto delle Tue scelte. Le Note con valore di Tempo da 1/8 in giù, non sono mai considerate come Note caratteristiche Fondamentali di una data situazione Armonica, ma più che altro vengono considerate come Note di passaggio.
Un’altra regola importante sono le “Sostituzioni”; nel Jazz onde avere più sonorità a disposizione, qualsiasi accordo può essere sostituito con un altro accordo posizionato sulla quinta bemolle superiore; questa regola però si applica specialmente nelle situazioni di “Tensione”, come ad esempio suonando in Do M, il Sol 7 puoi sostituirlo con un Re bemolle 7, ecc. anche qui questa regola va usata con parsimonia e gusto musicale.
Dal Jazz “bop” in poi, con caposcuola il grande pianista Teolonius Monk, si sono sviluppate le Armonie “quartali”, che significa costruire accordi ed armonizzazioni con salti di quarta; ad esempio sulla scala di Do M, un accordo quartale costruito sui gradi di “distensione” (primo, terzo, sesto), potrebbe essere l’accordo di sesta nona del Do partendo dalla sua terza e cioè il mi; ne risulta un accordo fatto con: mi, la, re, sol; sempre nella scala di Do M, un accordo quartale costruito sui gradi di tensione (secondo, quarto, quinto e settimo), potrebbe essere un accordo con: re, sol, do, fa; anche qui è importante scegliere il modo migliore per esporre degli intervalli di quarta, che ci riportino con altre sonorità alle situazioni di distensione e tensione della nostra musica.
Tutte le regole più semplici e/o complesse possono dare buoni e/o cattivi risultati, sempre in base a come, e con il gusto con cui vengono applicate.
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