Scoperta la lingua universale prima della torre di Babele
di Giorgio Terzoli
Partendo dagli studi del professor De Santillana , ho scoperto un codice astronomico precessionale tramite il quale si esprimevano tutte le culture antiche .
Per onor di merito è giusto dividere questa scoperta in due parti ben distinte ,la prima che chiameremo codice De Santillana_Von Dechend ("Il Mulino di Amleto"), intuita dagli studiosi nel 1969 e la seconda, che ho definito codice Terzo (dal nome del sottoscritto Giorgio Terzoli).
Il codice de Santillana- von Dechend
Giorgio de Santillana nacque a Roma nel 1901.
Nel 1938 dovette abbandonare l’Italia in seguito a leggi razziali, in quanto ebreo e da allora visse negli Stati Uniti ,dove insegnò per lungo tempo al Massachusset Institute of tecnology.
La sua splendida opera "Il mulino di Amleto", pubblicata negli Stati uniti nel 1969, fu il frutto di un lungo lavoro in collaborazione con la professoressa Herta von Dechend, la quale insegnò per molti anni all’università di Francoforte .
De Santillana e la Von dechend, mettendo in correlazione un numero infinito di miti che arrivavano dal nostro profondo passato, scoprirono una serie di elementi a dir poco incredibili: tutta la mitologia antica aveva gli stessi argomenti ,gli stessi personaggi (anche se con nomi diversi ma riconoscibili), gli stessi arredi scenici e gli stessi numeri, che apparivano quasi per magia in ogni tema mitologico. Motivi ricorrenti si riscontravano in Cina, in Arabia o in Egitto, a dispetto dei luoghi o dei tempi.
I miti o le tradizioni che arrivavano da tutte le ere e dai posti geografici più impensati ,quali miti amerindi ,cinesi ,greci ,egiziani ,indiani ,polinesiani ,sumeri ,ittiti ,scandinavi ,germanici ecc contenevano gli stessi personaggi ,gli stessi arredi scenici ,le stesse trame e gli stessi numeri .
Dopo accurati studi i due professori ,seppure con un certo imbarazzo scientifico ,riconobbero nei numeri in questione i dati per calcolare la precessione degli equinozi .L’imbarazzo scientifico crebbe a dismisura quando i due studiosi furono costretti ,dall’evidenza dei fatti ,a dichiarare che nella lingua comune del mito erano congelati elementi di alta astronomia .
I miti non solo descrivono esperienze comuni, ma lo fanno utilizzando lo stesso linguaggio simbolico comune ,gli stessi personaggi riconoscibili e gli stessi motivi letterali .
Secondo i due studiosi sembrerebbe che un’antica mano informatrice abbia inserito nel D.N.A. della nostra civiltà questi concetti .
I valori per calcolare con precisione la precessione degli equinozi ,sotto forma di numeri specifici si possono trovare nelle più antiche tradizioni umane .
La prova schiacciante della loro magnifica intuizione si trova nei numeri per calcolare la precessione degli equinozi ,i quali appaiono in ogni antica tradizione o in qualsiasi mito.
Considerando che l’origine della mitologia si perde nella notte dei tempi ,lo stesso de Santillana afferma che nel 4000 a.c. all’inizio della nostra storia ,erano già barcollanti per l’età ,la scoperta prendeva carattere di eccezionalità. Se prendiamo in esame che la scienza ufficiale farebbe risalire la scoperta della precessione degli equinozi al primo secolo a.c., da parte di un astronomo greco Ipparco ,la scoperta dei due studiosi potrebbe da sola costringerci a riprendere in serio esame buona parte della storia conosciuta .
Gli equinozi sono i due momenti dell’anno in cui il giorno e la notte hanno eguale durata su tutto il pianeta . L’equinozio di primavera cade il 20 marzo ,mentre quello d’autunno il 22 settembre.
Per effetto della precessione degli equinozi ,il punto vernale o punto gamma o equinozio viene raggiunto ogni anno con qualche frazione di anticipo ,con il risultato che il sole molto lentamente si sposta attraverso tutte e dodici le costellazioni dello zodiaco. Egli impiega circa 2160 anni per attraversare ogni singola costellazione e compie un intero giro in circa 25.920 anni .