Sono ormai in tanti a pensare che la nostrra fisica dovrebbe fare un altro passo avanti a comiciare da Luis DeBroglie & Company in avanti la storia delle particelle a favore delle strinche energetiche è sempre più attuale, ma questo fatto porta con se un sacco di implicazioni tecnologiche e filosofiche che andrebbero a movimentyare l'attuale assetto socio economico sul nostro pianeta e John Worrell Keely era uno di quelli che aveva capito questa faccenduola che porta a pensare che:
Da una attenta osservazione di ciò che ci sta attorno si potrebbe dedurre che l'universo funziona a criticità, il fuoco delle stelle a fusione nucleare calda funziona a criticità, che significa spostare dei sistemi equilibrati di onde energetiche da uno stato di loro equilibrio ad un altro, in sostanza trasformiamo delle frequenze compresse ad esempio: da massa in campi magnetici; in tale operazione noi spostiamo solamente il loro modo di stare nell'universo; nessuno in questo Universo può creare o distruggere qualcosa, possiamo solo trasformare.
Tutto l'universo che noi erroneamente definiamo come vuoto e pieno potrebbe essere visto come un’ enorme ragnatela di base informatica dove sussistono zone “senza tensione” e zone “in tensione”; spiegare poi cosa si intende con questi due termini bisognerebbe capire prima cos'è il mattone di base con cui è costruito tutto l’universo, e qui vi sono diversi filoni di pensiero, tra cui i due principali sono: 1) ipotesi del “big-bang” da cui sono poi nate le così dette “particelle”, 2) ipotesi dell’etere informatico fuori dal tempo.
Prendiamo qui in esame la seconda ipotesi che enuncia: tutto l’universo da noi conosciuto e sconosciuto è trasformazione di stato di essere di frequenze il cui mattone base è l’ etere o aether che in greco significa “splendore”, o meglio fluida sorgente di energia universale da sempre citata nelle opere dei grandi filosofi Greci Pitagora e Platone, come nelle scritture dei Veda dell’antica India dove l’etere viene chiamato in molti modi, tra cui “Prana” o “Akasha”.
Andiamo ad esporre tutta una lunga serie di studi scientifici che vanno a suffragio di tale ipotesi.
L’esistenza dell’etere è stata accettata in alcuni circoli scientifici a partire dai primi anni del XX secolo, dopo che l’esperimento Michelson-Morley del 1887 era stato voluto per provare che una simile forma di energia nascosta non esisteva; inoltre dalle scoperte più recenti sulla “materia e l’energia oscura”, le “particelle virtuali”, il “vacuum flux”, e l’”energia del punto-zero”, hanno portato gli scienziati “ufficiali” a dover riconoscere che per giustificare tali fenomeni doveva esistere un “quantum energetico” nascosto nell’Universo.
Uno dei primi esempi della prova dell’esistenza dell’etere proviene dal dott. Hal Puthoff, un rispettabile scienziato della Cambridge University, infatti Puthoff menziona di frequente gli esperimenti compiuti all’inizio del XX secolo, prima dell’avvento della teoria meccanica dei quanti, che cercavano di definire se ci fosse una forma di energia nello spazio vuoto.
Per verificare tale idea in laboratorio, era necessario creare uno spazio completamente privo di aria, il vacuum, schermato e protetto da tutti i tipi di radiazione elettromagnetica, usando ciò che è noto con il nome di gabbia di Faraday. Questo vacuum veniva portato alla temperatura di meno 273 gradi, lo zero assoluto, alla quale tutta la materia dovrebbe smettere di vibrare e di produrre calore. Questi esperimenti provarono che, anziché assenza di energia nel vacuum, si verificava un tremendo aumento di essa, per giunta di natura non elettromagnetica.
Il Dott. Puthoff ha spesso definito questo processo come “un calderone in ebollizione” di energia alla più elevata magnitudine, e dato che questa energia era stata trovata allo zero assoluto, tale energia è stata battezzata con il termine di: “energia del punto zero” o ZPE (Zero Point Energy).
In questa nuova visuale scientifica che emerge dalla teoria dell’etere, l’atomo visto come insieme di “particelle” risulta essere seriamente errato, ed invece trovano una spiegazione unificata tutti e quattro i campi di forza, il campo gravitazionale, il nucleare forte e quello debole, il campo elettromagnetico, che risultano essere in sostanza differenti manifestazioni dell’etere/ZPE.
Come suggerisce anche la teoria della relatività di Einstein, tutta la materia fisica, in ultima analisi, è composta da pura energia, e non vi sono “particelle pesanti” da rinvenire nel regno quantico. Sempre più spesso la comunità scientifica viene forzata ad accettare il fatto che gli atomi e le molecole siano come la fiamma di una candela, in cui l’energia che essa rilascia (come il calore e la luce della fiamma) deve essere bilanciata dall’energia che assorbe (come la cera della candela e l’ossigeno dell’aria). Quest’”analogia della candela” è un tratto distintivo del modello del dott. Hal Puthoff, con cui egli cerca di spiegare per quale motivo l’elettrone ipotetico non irradia intorno tutta la sua energia e precipita dentro il nucleo. Questo apparente “moto perpetuo” (assorbire ed espellere) dentro l’atomo viene spiegato semplicemente dalla comunità scientifica “illuminata” come “la magia della meccanica quantistica”.
Per entrare in questo nuovo mondo della fisica molta importanza riveste capire il grande lavoro pionieristico compiuto dall’ astrofisico Russo Prof. Kozyrev; dove ci viene richiesto di visualizzare tutti gli oggetti fisici della materia dell’Universo come se essi fossero ad esempio spugne immerse nell’acqua per il tempo necessario al fine di essere sature; tenendo presente che ci sono due cose che possiamo fare con dette spugne imbevute: possiamo decrementare o incrementare il volume dell’acqua che esse contengono, per mezzo di alcune procedure meccaniche molto semplici.
1) decrementare: se una spugna imbevuta viene strizzata, raffreddata o ruotata, parte dell'acqua che essa contiene verrà rilasciata nelle vicinanze, diminuendo la sua massa. lasciando riposare la spugna subito dopo, la pressione dei milioni di piccoli pori viene alleggerita, portandola a poter nuovamente assorbire altra acqua e ad espandersi nuovamente entro la sua normale massa a riposo.
2) incrementare: possiamo anche pompare più acqua nella spugna in posizione di riposo, scaldandola e/o facendola vibrare, portando così i pori ad espandersi più della loro normale capacità ricettiva. In questo caso, dopo aver rilevato la pressione aggiunta, la spugna rilascerà naturalmente l'acqua in eccesso e si ritrarrà di nuovo alla sua massa a riposo.
Anche se potrebbe apparire impossibile alla maggior parte delle persone, Kozyrev ha dimostrato che scuotendo, facendo girare, riscaldando, raffreddando, facendo vibrare o rompendo oggetti fisici, il loro peso può essere incrementato o decrementato di piccole ma significative unità, e questo è solo uno degli aspetti del suo eccezionale lavoro.
Kozyrev sapeva anche che a metà dell’ottocento, Louis Pasteur aveva scoperto che il blocco di vita in formazione noto come “protoplasma” era intrinsecamente non simmetrico, e che le colonie di microbi crescevano in una struttura a spirale nota come numeri di Fibonacci, Sezione Aurea, o spirale “phi”; inoltre aveva notato che queste proporzioni in espansione corrispondevano anche alla struttura presente in natura su piante, insetti, animali, uomini ecc. da tali osservazioni Kozyrev dedusse che in aggiunta alle loro normali proprietà di ottenere energia per mezzo di cibo, liquidi, respirazione e fotosintesi, tutte le forme di vita dovevano essere composte da una forma di energia invisibile a spirale; e teorizzò pure che cose come: la crescita della spirale del guscio delle conchiglie e la scelta su quale lato del corpo umano dovesse contenere ad esempio il cuore, sono in realtà determinate dalla direzione di questo flusso; e da qui a dedurre che da qualche parte nello spazio-tempo doveva esistere un’area in cui il flusso di energia producesse spirali in direzione opposta.
Tali modelli di energia a spirale si svelarono agli occhi dell’illuminato Prof. Kozyrev mentre si trovava in un campo di concentramento mandato da Stalin; in queste meditazioni scientifiche egli pensò anche che la nostra nozione di “tempo”doveva essere qualcosa di più che un semplice calcolo di durata, per cui Kozyrev ci spinge a tentare di trovare una causa tangibile ed identificabile nell’Universo che noi potessimo associare al nostro concetto di tempo, portandolo a concludere che il tempo non è nient’altro che un movimento pulsato a spirale.
Tutto ciò potrebbe a prima vista apparire strano: un albero che cade sul terreno potrebbe essere visto causato da un forte vento, piuttosto che dal “flusso del tempo”, ma qui bisognerebbe invece chiedersi che cos’è che ha causato il soffio del vento: il movimento della Terra intorno al proprio asse, la rotazione dei pianeti intorno al sole, la rotazione della galassia ed in ultimo la rotazione dell’universo; da qui a dedurre che tutti i cambiamenti sono causati da qualche forma di movimento, senza movimento non può esistere il tempo e la vita che conosciamo; inoltre è bene ricordare che la connessione dei fenomeni psichici alla fisica è ben conosciuta e frequentemente discussa nella letteratura Russa, dove risulta importante la funzione di apripista esercitata dal lavoro di Kozyrev.
Uno dei pochi ricercatori occidentali a rilevare le opere del prof. Kozyrev fu il dott. Albert Wilson dei Douglas Research Laboratories in California, che affermò: “Trovo che qualcosa di molto simile a ciò che ha teorizzato il Prof. Kozyrev sarà istituzionalizzato nella teoria fisica entro dieci o vent’anni. Le implicazioni di ciò saranno rivoluzionarie. Sarà necessario lavorare per una generazione per integrare i salti in avanti che egli ha prodotto e incorporarli nella nuova conoscenza scientifica”.
La previsione di Wilson si è rivelata ottimistica, in effetti solo adesso, all’alba del 21° secolo siamo in grado di mettere insieme tutti i pezzi del “puzzle” tracciato da Kozyrev; necessita comunque anche notare che in questa visione della scienza prima che Kozyrev iniziasse a condurre i suoi studi ed esperimenti, già esisteva una buona e solida fondazione teoretica che aveva già dato i suoi primi risultati, partendo dalla teoria della relatività di Einstein, seguita poi dalle aggiunte del prof. Eli Cartan il quale per primo stabilì l’esistenza dei campi torsionali.
Il 29 maggio 1919 Albert Einstein apparentemente provò che noi viviamo in uno spazio-tempo curvato quadridimensionale, in cui spazio e tempo sono due entità unite insieme come fossero una “fabbrica”, egli riteneva che un oggetto come la Terra ruotante nello spazio dovrebbe trascinare insieme ad essa spazio e tempo; ed ancora riteneva che questa fabbrica di spazio-tempo curvasse interiormente attorno a un corpo planetario, e quindi affermava: la gravità non è affatto una forza misteriosa che agisce a distanza, bensì piuttosto si tratta del risultato di un oggetto che cerca di camminare in linea retta attraverso una spazio che risulta curvato dalla presenza di corpi materiali.
Ma se la scienza classica afferma che lo spazio è vuoto, come è possibile curvare qualcosa che è vuoto? Come possiamo vedere, il problema fondamentale nel visualizzare il modello di gravità di Einstein risiede tutto nel termine “curvo”, poiché si tratta di qualcosa che una superficie piana ed elastica dovrebbe riuscire a fare; invece, quasi tutti i tentativi di visualizzare i risultati di Einstein raffigurano i pianeti come se fossero dei pesi che abbassano un immaginario strato piano di gomma esteso per tutto lo spazio inteso come “fabbrica” dello spazio-tempo.
In realtà, il verbo fluttuare, al posto di curvare, potrebbe meglio rappresentare questo concetto, e potrebbe meglio rappresentare il fatto che la gravità è una forma di energia eterica che fluttua costantemente in un oggetto.
Dopo aver stabilito che tutti i campi come la forza gravitazionale e quella elettromagnetica sono semplicemente differenti forme di etere ZPE in movimento, abbiamo trovato una sorgente attiva per spiegare il concetto di gravità, ed una semplice e chiara ragione per la quale essa dovrebbe esistere.
Per cui possiamo osservare che ogni molecola di un intero corpo planetario deve essere sostenuta da un continuo flusso interno di energia eterica, che è la stessa energia che interviene nella creazione della Terra e che fluttua dentro di noi, ed ecco che allora noi restiamo impigliati nella corrente gigante del fiume di energia che scorre all’interno della Terra e di tutto l’Universo esattamente come le zanzare restano incastrate in una zanzariera mentre l’aria continua a fluire attraverso la retina.
Mentre i nostri corpi non possono spostarsi attraverso ciò che noi definiamo come materia solida, ciò è certamente possibile ad una corrente di energia eterica, e questa è una delle molteplici cose che Keely, Tesla, Kozyrev ed altri hanno dimostrato con i loro importantissimi studi.
Quasi tutti gli scienziati “tradizionali” ritengono che le teorie della relatività di Einstein, eliminino alla base la necessità di fare riferimento all’etere; ed invece Einstein sosteneva il rifiuto dell’etere nel 1910, che corrisponde all’anno in cui la scienza ufficiale ritiene conclusa la riflessione di Einstein sull’argomento, ma nel 1920 lo stesso Einstein invece affermava che in realtà l’ipotesi dell’esistenza dell’etere non contraddice la teoria sulla relatività, e nel 1924 ancora scrive: nella fisica teoretica non andiamo da nessuna parte senza l’etere, cioè un continuum di proprietà fisiche definite, in quanto la teoria generale della relatività esclude un’azione diretta a lungo raggio, e ogni teoria a breve raggio assume la presenza di campi continui, e quindi conseguentemente l’esistenza dell’etere.