Fra i personaggi che più hanno contribuito al risveglio spirituale dell'Occidente, di sicuro c'è da porre ai primi posti KRISHNAMURTI (1895 – 1986).
Questo indù era stato scelto e poi educato in Inghilterra, sotto la tutela dei responsabili della Società Teosofica di quell'epoca, che si erano immaginati che al raggiungimento della maggiore età, Krishnamurti avrebbe assunto la presidenza mondiale del movimento (l'ordine della stella d'Oriente).
Invece, la prima cosa che ha fatto Krisnhanurti una volta divenuto presidente, è stata quella di sciogliere quell'ordine, lasciando tutti di sasso. Dopo di allora si è messo ad insegnare a modo suo, attraverso incontri, conferenze, girando intorno al mondo e scrivendo libri.
Leggendo gli scritti di Krishnamurti si scopre che le sue parole sono dirette in modo implacabile sempre al risveglio del vero Io dell'uomo, a realizzare il Sé, ma non in una futura vita ultraterrena, o in un posto lontano nel tempo o nello spazio, ma “hic et nunc”, qui ed ora.
Il pubblico che seguiva le conferenze di Krishamurti era certamente il più dotato dal punto di vista intellettuale. Infatti, non tutti sono stati in grado di afferrare il suo messaggio, ed alcuni lo hanno rifiutato a priori. E così, se da un lato razionale nessuno poteva mai dargli torto, e diceva sempre cose bellissime e intelligentissime, d'altro lato però a molti sembrava che le sue parole fossero di nessuna utilità pratica.
Krishnamurti mi dava l'idea di essere uno che stava già in cima alla montagna, o su di un areoplano, e che parlava dal suo livello molto elevato, incurante del fatto che la generalità degli uomini vive ancora in pianura e non può recepire quel messaggio, non puà vedere quegli orizzonti sconfinati che si possono vedere soltanto stando sulla cima, o su un aereo, ma non in basso.
Ma secondo Krishnamurti, è impossibile arrivare alla verità tramite un percorso, un processo evolutivo, o un particolare ambiente, o una analisi psicologica, o una introspezione, o una qualche fede o religione, ma solo con un improvviso cambiamento, con una presa di coscienza istantanea.
Il dramma della società nasce dall'urto delle proprie aspirazioni, con la continua repressione che deve subire ad opera della società cui appartiene. Tutte le società sono fondate sull'egoismo e sul potere delle autorità costituite. E non importa se il potere è esercitato da forti personalità, da maestri religiosi, da capi politici, o da ideologie, perché tutti questi poteri costringono l'uomo in uno stampo, e ciò porta alla corruzione.
Il potere inoltre conduce alla paura, al conformismo, alla creazione di religioni e di istituzioni. Talvolta ci si ribella contro il potere in qualche sua forma, ma solo per poi esercitare noi il potere sugli altri. E lo sfruttamento psicologico è uguale allo sfruttamento economico.
La vera libertà ed emancipazione significa addirittura "morire" alla struttura psicologica con la quale ci identifichiamo (patria, famiglia, religione, dolore, piacere, ecc. ). Tutto il progresso (dalla zattera alle astronavi), è dovuto ad una sola parte del cervello umano. Ma questa parte del cervello, anche se si svilupperà mille volte di più, non farà progredire di un millimetro il problema fondamentale che la coscienza umana pone a se stessa.
Esiste un'altra parte del cervello che non è risvegliata e che va assolutamente risvegliata. Perché nel mondo non potranno mai instaurarsi la libertà e la pace, senza questo “risveglio”. Ed infatti, nel mondo continuano le guerre, la divisione degli stati, la lotta di classe, l'oppressione, l'imperialismo, i potenti che opprimono e sfruttano i deboli, e ovunque dominano i pregiudizi organizzati, l'odio, l'intolleranza e la distruzione di altri esseri in nome di una patria, o di una ideologia chiamata religione.
La ripetizione di parole devozionali calma una mente agitata, ipnotizzandola. Ma la preghiera, così come è praticata, è solo un calmante che permette di vivere dentro una gabbia senza sentire il bisogno di farla a pezzi e distruggerla. Ma la preghiera imprigiona, invece di liberare.
La conoscenza di Sé è il principio della Meditazione, che non è una accumulazione di conoscenze psicologiche, e neppure uno stato di sottomissione dal quale si spera di ottenere delle grazie. Non è neanche concentrazione, ma è uno stato di “attenzione”.
E quando il cervello è tranquillo e silenzioso, allora osserva il mondo qual'è, senza dargli una direzione, e non proietta più delle immagini o delle illusioni. Solo così l'infinito può nascere, e questa è la vera religione.
Il messaggio che Krishnamurti ha diffuso per il mondo è sempre stato questo: che la sola speranza risiede nell'uomo singolo, e non nella società, o nei sistemi religiosi organizzati.