L’origine umana: trovato l’anello mancante uomo-scimmiaLee Berger, un ricercatore dell’università di Witwatersrand (Johannesburg), in
Sud-Africa avrebbe ritrovato una specie (termine inteso nel suo senso scientifico) di ominide ancora sconosciuta. Tale specie potrebbe essere
il leggendario “
anello mancante“, vale a dire
ciò che collegherebbe il genere umano alla razza delle scimmie, dalle quali, secondo molte accreditate teorie, la specie che avrebbe avuto la sua “alba” attraverso i diversi stadi dell’homo sapiens, discende.
Berger ha ritrovato lo scheletro di un bambino che si collocherebbe evolutivamente ed anche a livello temporale tra
l’australopiteco, lo “stadio più avanzato” di scimmia, che viveva in Africa circa 3,9 milioni di anni fa e il primo ominide scientificamente riconosciuto,
l’Homo Habilis, apparso circa 2,5 milioni di anni fa, che appare essere il nostro più lontano antenato, l’essere dal quale in definitiva si è poi generata la specie umana alla quale tutti apparteniamo.
L’incredibile ritrovamento è stato fatto a Sterkfontein, in un territorio appartenente al patrimonio mondiale dell’ Unesco, precisamente in un luogo definito “culla dell’umanità”, un territorio di circa 47 000 ettari nel quale negli anni sono stati scoperti migliaia di fossili di animali e piante esistenti migliaia di anni fa e cosa ancor più importante,
almeno altrettante forme di ominidi.
Secondo il Dottor Underdown della Oxford Brookes University “un ritrovamento di questo tipo
può veramente aumentare la conoscenza dei nostri primi antenati, in un’epoca in cui cominciarono a essere riconoscibili come uomini”.
Lo scheletro ritrovato da Berger risalirebbe a circa 2 milioni di anni fa, nonostante questo risulterebbe essere quasi completo.
L’espressione anello mancante fu utilizzata per la prima volta da
William Hopkins, a metà del XIX secolo, criticando la più accreditata teoria evoluzionistica di Charles Darwin, ai tempi appena pubblicata.
Darwin comunque non parlò mai di “anelli mancanti” ,ne utilizzò espressioni similari che potessero richiamarne il concetto, si limitò invece a descrivere le diverse forme di vita come “transizionali”, stati di passaggio ( da una forma all’altra) dei quali non è sempre ritrovabile il collegamento.
Da http://www.newnotizie.it/ 05/04/2010 - 17:49