Spontaneo in tutta europa, marocco, asia occidentale, insomma estremamente diffuso ovunque. E’ una pianta alta anche 10 metri che quando le bacche sono completamente mature, puo’ dare anche 100 e piu’ chili di bacche nelle piante più grandi. Generalmente si trova lungo i fossi, ma anche in aperta campagna e sulle dorasali, antecede i boschi che hanno piante maggiori.
Le bacche di sambuco nero se mature, possono essere usate come alimento, ed infatti sono state consumate in abbondanza dal Neandertal e del Cromagnon..
Del sambuco si usano tutte le parti, le foglie come lassativo, i fiori come diaforetici, la corteccia come eccellente diuretico, le bacche mature hanno una quantità di antocianine pari al mirtillo.
Da non confondere il Sambuco Nero con il Sambuco Ebbio che è piccole e basso, e le sue bacche possono presentare una certa tossicità se mangiate crude, perdono la tossicità se vengono cotte, però conservano uno spiccato effetto lassativo.
Il sambuco nero presenta nei fiori oltre alle antocianine, rutina che ne potenzia l’azione protettiva su vasi sanguigni e come antiaterosclerotica, inoltre metilammina, isobutilammina, D- glucoside degli acidi caffeico e ferulico, sambunigrina, acido mandelico, aldeide glicolica, e Vit C ad altissima concentrazione, inoltre le seguenti vitamine : tiamina, riboflavina, acido nicotinico, vit b6, iositolo, acido pantotenico, acido folico, biotina; questo fa delle bacche uno dei principali ricostituenti in natura..
Per le proprietà terapeutiche bisogna distinguere le varie componenti, ma a parte l’azione estremamente diuretica della corteccia (usata in decozione al 3%) pari a quella dei migliori diuretici di sintesi, io mi concentrerei sulle bacche mature.
Questa vanno sempre raccolte a piena maturazione, e cioè quando sono belle nere.
Il succo delle bacche ha dimostrato di possedere proprità quasi miracolose.
Studiato a fondo da due ricercatori, Epstein e Iohel, hanno visto che la somministrazione di tale succo alla dose di 20 gr, determina la scomparsa del dolore nelle nevralgie del trigemino in 10-15 minuti . Con la somministrazione di alcool al 20% sarebbe possibile ottenere un potenziamento ed una maggior rapida azione.
Tali risultati si sono dimostrati validi anche nelle ischialgie, ed infatti tali studiosi si erano rifatti ad osservazioni fatte in precedenza dal Kneip. Il Kneip infatti aveva sperimentato il succo dei frutti freschi nelle sciatalgie, ed aveva constatato che la sua efficacia è talmente potente da essere usata a scopo diagnostico, per diagnosticare una semplice infiammazione del nervo non complicata da ernie del disco o da cedimenti vertebrali. Poi un altro ricercatore, il Kosch ha poi anche lui sperimentato che le forme acute di sciatalgia, non complicate da ernie discali o cedimenti vertebrali, guariscono in 1-11 giorni, forme subacute in 8-17 giorni, forme recidivanti entro il massimo 23 giorni, e forme croniche che durano da più di 15 anni guariscono in un mese. Queste proprietà stupefacenti, perché pongono il succo di sambuco come antalgico superiore alla morfina nelle forme nevralgiche, non sono state completamente spiegate.
Ulteriori studi hanno confermato le osservazioni del Kosch.
Forse l’altissima concentrazione di antocianine, abbinate alla Vit B1 ed a numerose altre vitamine può aprire uno spiraglio per la comprensione di un meccanismo antalgico sulle forme nevralgiche, superiore a qualsiasi altro farmaco.
Per la conservazione del succo si può fare una confettura. Si devono raccogliere le bacche, sgranarle dai ramoscelli, portare ad ebollizzione e frullare con una frusta per minestroni. Si agginge poi fruttosio nella percentuale di uno a tre, si versa il tutto ancora bollente in vasi di vetro, e si chiude subito il vaso. Le antocianine si mantengono intatte anche con una ebollizzione, e pure molte vitamine vanno perse in minima parte.
Tale confettura si può usare in tutte le forme nevralgiche, ma essendo ricchissima di antocianine ha molteplici altre funzioni.