Fisica ...tra Scienza e Mistero (Universo,Energia,Mente e Materia)
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 Speri Omero e la fusione tiepida

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Claudio Sauro

Claudio Sauro


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Data d'iscrizione : 19.10.09

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MessaggioTitolo: Speri Omero e la fusione tiepida   Speri Omero e la fusione tiepida Icon_minitimeDom Nov 01, 2009 9:46 pm

Omero Speri, figlio di Sante e di
Ester Fedrigo, nacque il 4 Luglio 1924 a Pedemonte. Fin da giovane manifesto'
una straordinaria passione per la scienza, l’arte, la poesia e in particolare
la chimica. La sua curiosita' intellettuale, aperta e rigorosa, lo portava a
riprodurre personalmente le sperimentazioni che studiava, costruendosi talvolta
gli strumenti necessari, come telescopi o telemetri. Lo studio dei fenomeni
elettrici nell'atmosfera si tradusse concretamente in un brevetto utile
per il mondo agricolo, denominato "Antigrandine con scarica a terra per
mezzo di palloni aerostatici frenanti", del 1951. Per tutto il cammino
della sua vita di studioso e di professionista rimase fedele all'idea di
mantenere un costante legame tra teoria e pratica. Frequento' il Liceo
Scientifico, iscrivendosi poi all'Universita' di Padova e nel 1953 sposo'
Luciana Lonardi dalla quale ebbe cinque figli. Comprava spesso sulle bancarelle
libri e riviste a poche lire il chilo; fu tra questi volumi che s’ imbatte' in
una rivista del C.N.R. del 1937, che pubblicava uno studio di Fermi dal titolo
"Produttore elettromagnetico artificiale di neutroni". Omero Speri
citava spesso questo testo per varie ragioni: sul piano teorico, perche', raccogliendo
le proprie conoscenze e grazie all'esperimento di Fermi, concepì la teoria
secondo la quale il sole al suo interno doveva essere freddo; sul piano
metodologico, perche' la fusione fredda, che sarebbe poi diventata il suo
studio di maggiore risonanza, per quanto tardiva, era gia' lì, sotto gli occhi
dei ricercatori. Si trasferì poi a Ferrara, dove ottenne la Laurea in Chimica
nel 1952 con una tesi di elettrochimica. Nei suoi studi fu presto accompagnato
da un amico: Piero Zorzi e da un ingegnere bergamasco Marco Todeschini.
Proseguendo nelle loro ricerche, autofinanziandosi, arrivarono alla costruzione
di un motore che teneva conto dell' energia prodotta da processi di fusione
nucleare e il suo funzionamento, piu' volte testato nel 1973, suscito' un certo
scalpore. Il relativo brevetto, datato 1974 e intitolato "Termofusione
nucleare controllata dell'idrogeno e dei suoi isotopi", e'
inequivocabilmente chiaro dal punto di vista teorico.



Vi si legge: ‘’Dispositivo
meccanico, elettrico ed elettromagnetico, con l'introduzione di energia
elettrica e, o elettromagnetica continua o variabile con elettrodi a distanza
variabile in un volume adeguato di idrogeno, suoi isotopi e composti a
variabili temperature e pressioni, ne provoca la produzione di energia derivata
dalla fusione nucleare controllata degli stessi. Nessuno fino ad oggi ha mai
pensato che a livello di piccole scintille elettriche vi fossero fusioni
nucleari in quanto tutti pensavano che dette reazioni dovessero avvenire solo
in determinate condizioni molto difficili da ottenersi. Noi, considerando la
possibilita' di ottenere seppure statisticamente in quantita' infinitesime
condizioni determinate e caratteristiche per le fusioni nucleari degli isotopi
dell'idrogeno nelle scintille elettriche, abbiamo introdotto quantita'
variabili di energia elettrica e, o elettromagnetica nel dispositivo in
brevetto in un volume di idrogeno, suoi isotopi e composti, ottenendo un
incremento utile di energia che derivava con prove chimico- fisiche estechiometriche
da fusioni nucleari degli atomi di idrogeno e suoi isotopi. Il settore sul
quale viene applicata l'invenzione e' nella trasformazione di energia nei
motori a combustione ed in tutte le combustioni in genere, che hanno come scopo
la produzione di energia. Attualmente le reazioni di fusione nucleare dell'
idrogeno o dei suoi isotopi esigono delle condizioni di lavoro che necessitano
di grandi energie per iniziare la reazione e mantenere le condizioni di lavoro;
cio' ha come conseguenza il realizzo di impianti costosi e complessi per
produzione di energia nucleare da fusione degli isotopi di idrogeno in
continuita' in un solo punto. L’ invenzione permette l'utilizzo della medesima
reazione di fusioni dell'idrogeno e suoi composti ad un costo modesto e con
apparecchiature semplici. La finalita' della scoperta e' nell' utilizzo di
energia da composti di idrogeno che si trovano anche in grandi quantita'
ovunque ed a esiguo prezzo. Pertanto, primi nel mondo, per mezzo di questa
sperimentazione abbiamo aperto nuove possibilita' di energia a basso prezzo, in
quantita' ed annullando l'emissione di fumi tossici. L’ applicazione
industriale dell' invenzione ha la possibilita' di inserimento nei motori a
combustione ed in tutte le combustioni in genere dei composti di idrogeno e
suoi isotopi con l' ossigeno. In tutti quei complessi tecnici dove si ha come
scopo la produzione di energia da composti di idrogeno.’’



Dato l’ interesse di alcuni gruppi
economici aventi finalita' tali da non sembrar garantire un uso corretto del
dispositivo, Omero Speri, con l'amico Piero Zorzi, decise di lasciar cadere la
cosa; infatti nel campo della ricerca il fascino della scoperta era frenato
dall' angoscia del pericolo di un suo possibile uso scellerato. La costruzione
del Laboratorio di Chimica dell' Associazione Granaria di Verona presso la
Camera di Commercio, sul finire degli anni '50, fu opera sua. Col tempo sarebbe
diventato il garante della genuinita' di moltissimi prodotti della nascente
industria agroalimentare veronese. La creazione contiene il
"meraviglioso", come amava chiamare il mistero che cercava di
indagare, ma che non tentava mai di forzare. Proprio questo era il messaggio
che si preoccupava di trasmettere ai suoi allievi presso l’ Istituto Tecnico Industriale "Galileo Ferraris",
dove insegno' chimica dal 1962 al 1989. A conferma
delle ipotesi sulla fusione, con Zorzi, pote' constatare, a Rouen, il
funzionamento di un motore a miscela di acqua (90%) e alcool (10%), che aveva
fatto piuttosto scalpore: l'inventore, M.J.Chambrean, ammetteva onestamente di
non conoscere i principi del suo funzionamento. Nel 1987 vi fu un primo
riconoscimento all'interno dell'Universita' di Perugia con il Prof. Bartocci ed
un successivo contatto con i professori Monti e Boscoli del C.N.R. di Bologna
che sostenevano, su un piano teorico, la possibilita' di una fusione fredda;
non vi furono ulteriori sviluppi fino alla nota vicenda, tuttora dibattuta,
della scoperta degli americani Fleschman & Pons nel 1989, anche loro
chimici e indipendenti dalle Accademie di Fisica. La ricerca tuttavia riprendeva
vigore, anche se il Prof. Speri doveva registrare la perdita inaspettata e
dolorosissima dell' amico di sempre Piero Zorzi, nel 1991. I suoi studi
nell'ultimo periodo erano diventati piu' solitari e piu' teorici, piu' vicini
ad una riflessione generale e filosofica sul problema dell' energia e su nuove
acquisizioni nel campo delle fibre ottiche naturali. Presso il laboratorio dell' Istituto "G. Ferraris" mise
a punto una procedura innovativa grazie alla quale pote' visualizzare al
microscopio queste fibre nelle foglie degli spinaci. Nell' ultimo anno, benche'
indebolito e malato era sempre catturato anche dalle novita' emergenti sia in
campo industriale che scientifico. Non rinunciava al suo lavoro quotidiano,
proseguito fino al giorno prima del suo ingresso in ospedale, dove si spegneva
il 28.7.1995.
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alessandro albor

alessandro albor


Numero di messaggi : 43
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MessaggioTitolo: Re: Speri Omero e la fusione tiepida   Speri Omero e la fusione tiepida Icon_minitimeLun Nov 02, 2009 7:17 pm

Claudio, come al solito, di personaggi del genere, non ne parla mai nessuno.
Chissà perchè e come mai...........
Siamo alle solite
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Claudio Sauro

Claudio Sauro


Numero di messaggi : 286
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MessaggioTitolo: Re: Speri Omero e la fusione tiepida   Speri Omero e la fusione tiepida Icon_minitimeMar Nov 03, 2009 8:02 pm

Alessandro, io Omero Speri l'ho conosciuto di persona.
Più volte sono andato a trovarlo a casa sua, ed ho visto il suo motore funzionante.
Mi ha raccontato tutta la sua storia.
Aveva concepito l'idea, concordemente con il fisico Zorzi che le fusioni nucleari potessero avvenire anche in presenza di forti scariche elettriche.
Anche a temperatura ambiente in un litro di acqua, sei atomi di deuterio ogni secondo si trasformano in elio, cioè avvengono delle fusioni.
Speri ha costruito un cilindro a scoppio dove due elettrodi scaricavano 30.000 wolt dieci milliamper. tali elettrodi erano orientabili e distanziabili.
Avvolgendo il cilindro con un grosso filo di rame ed immettendovi della corrente ha ottenuto un forte campo magnetico.
Immettendo nel cilindro un composto qualsiasi contenente atomi di idrogeno, compresa l'acqua, ha ottenuto uno scoppio che faceva ruotare una turbina.
In un secondo tempo con l'aiuto dell'amico Zorzi, hanno costruito un motore a scoppio con quattro cilindri.
Si sono resi conto che non solo lo scoppio avveniva con quantità di acqua ed alcool in soluzione diluitissima (90% di acqua e 10% di alcool) ma anche con sola acqua se si usavano come catalizzatori della fusione, litio, berillio e boro.
La resa del motore era elevatissima e superava il 90%.
Che si trattasse di fusione era inequivocabile: con soffisticati metodi per misurare il gas elio prodotto si sono resi conto che vi era un incremento elevatissimo della produzione di elio.
Appena deposto il progetto nel 1974, sono subito stati contattati da alcuni individui delle multinazionali che hanno visto il motore, hanno voluto sapere il funzionamento, ed hanno messo a disposizione di Speri un aereo per portarlo più volte a Tel-Aviv presso una della maggiori università di fisica dove ha incontrato i più illustri scienziati.
Questi non si rassegnavano del perchè con una scarica elettrica potessero avvenire delle fusioni nucleari a solo 4500 gradi.
Speri ha risposto ad uno dei ricercatori più illustri: pensate che una scarica elettrica abbia 4500 gradi? Voi misurate gli effetti ma non vi rendete conto dell'energia dell'elettrone; e poi il deuterio è instabile ed una scarica di elettroni ne provoca la fusione.
Ma il motore era sotto i loro occhi e non potevano contestarlo.
Ricorda che il motore era andato per due anni nei pressi di Pedemonte (VR) a beneficio dei più curiosi, e questo prima che fosse depositato il progetto.
Lo scienziato gli ha dato una forte stretta di mano facendo cenno che aveva capito.
Ma poi sono intervenuti gli interessati delle multinazionali, ed hanno detto: questo motore non si deve fare.
Lo si farà quando lo diremo noi e con il nome che vorremo noi.
E speri ha dovuto tacere, e confidare a pochi intimi quello che aveva realizzato.
Ma quando poi Fleischmann e Pons nel 1989 hanno realizzato la fusione fredda, molti si sono ricordati del motore di Speri, tanto che se ne sono interessati i giornali.
Il Progetto completo del motore è stato pubblicato sul Sole 24 ore il 15 Aprile 1989.
Poi stranamente non se ne è fatto più niente, nessuna casa automobilistica si è interessata del progetto.
Alessandro, era un motore che andava ad acqua, l'ho visto funzionare con i miei occhi, e nessuno l'ha preso in considerazione.
Potenza degli interessi e delle multinazionali!!!
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