Ciao george, mi permetto di dire qualcosa sulle tue osservazioni.
- george_p ha scritto:
- è Utilissimo peraltro osservare ed osservarsi per capire cosa e dove si sbaglia al fine di migliorarsi.
Questo osservare e osservarsi di cui parli, altro non è che l'osservazione dei pensieri.
L'osservazione ti dovrebbe portare (se ci riuscirai) alla loro consapevolezza, ossia all'essere consapevoli di essi mano a mano che li formuli.
Questa consapevolezza previene la formazione dei nuclei inconsci, e in questo modo sei libero dal "destino" che ti sei costruito con le tue mani ma di cui non sei consapevole.
Ogni volta che formuliamo un pensiero inconsapevole esso interagisce con la realtà, mutandola; se riesci ad essere consapevoli dei tuoi pensieri, essi non avranno più questa azione nei confronti della realtà, proprio perchè il pensiero consapevole non è Azione, mentre lo è il pensiero inconsapevole, e ad ogni azione corrisponde un'azione contraria.
Ecco perchè, quando ci sembra aver trovato il rimedio ai nostri "mali" quel rimedio sembra non avere più efficacia; perchè sicuri di aver trovato la risposta ai nostri perchè, formuliamo la regola (il pensiero inconsapevole) che a quel punto annulla le nostre aspettative.
- Citazione :
- Ci si crea una realtà che alla fine non è assolutamente corrisposta con ciò che si spera e che fa illudere, insomma un vero buco nell'acqua...o nel vuoto.
Esatto, geroge: tutti noi ci creiamo una realtà illusoria e questa illusione è provocata dal pensiero; in realtà, è il pensiero stesso ad essere l'illusione.
E come si fa ad uscire dall'illusione?
Disidentificandosi dal pensiero stesso attraverso la sua "osservazione".
Osservando il pensiero dapprima succederà una cosa strana: il pensiero scompare. Se osservi il pensiero esso scompare.
E se continui ad osservarlo potrebbe arrivare il giorno in cui diventi consapevole di Te che guida il suo pensiero.
Fino a che non accade questo, è il pensiero a guidare noi.
- Citazione :
- Forse dovremo imparare a vivere meglio la realtà nel suo contesto obiettivo e non soggettivo almeno per ciò che non possiamo direttamente "controllare".
Esatto anche questo.
Vivere la realtà nel suo contesto oggettivo vuol dire disidentificarsi dalla "realtà", e se ti disidentifichi da tutto quello che fai, che pensi, che ti accade, "controlli" la Realtà.
Ma non è un controllo attivo, perchè il controllo attivo richiede "energia", e non puoi passare la vita a controllare attivamente; il controllo sarà di tipo passivo, nel senso che per far andare la realtà nel verso giusto non devi fare nulla, devi solo essere consapevole di Te :-)
- Citazione :
- Tuttavia credo sia un bene sapere e capire come funziona il meccanismo per cercare di prenderne atto, entro i nostri limiti, e organizzare meglio la vita educando corpo e mente, credo si debba pensare di meno e agire di più.
E anche qui hai detto una verità, george: bisogna pensare di meno e agire di più.
Se mentre agisci sei "focalizzato" sul tuo agire, il pensiero si ferma automaticamente, senza alcuno sforzo da parte tua.
E' sufficiente osservare le proprie azioni (camminare, salire le scale, mangiare, farsi la doccia, lavare i piatti, ecc.), per far cessare il pensiero; quando questo accade sei in quella che viene definita unione mente-corpo.
In questa unione esisti, pur non sapendo chi sei; in realtà, noi esistiamo proprio quando non sappiamo. Quando sappiamo non esistiamo, abbiamo solo l'idea di noi.
Quando pensiamo, noi sappiamo ma non "esistiamo", e quando non pensiamo, esistiamo :-)
Buona giornata.
cin.