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 La più grave catastrofe ambientale della storia

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MessaggioTitolo: La più grave catastrofe ambientale della storia   La più grave catastrofe ambientale della storia Icon_minitimeSab Giu 19, 2010 9:38 am


La più grave catastrofe ambientale della storia si sta consumando nel Golfo del Messico


By Edoardo Capuano - Posted on 18 giugno 2010

La più grave catastrofe ambientale della storia 00908_golfo_messicoApprendo da televideo che domani (martedì 15 giugno) il presidente Obama avrebbe in programma un discorso alla nazione, presumibilmente per comunicare alla popolazione gli ultimi dati relativi al disastro ambientale del Golfo del Messico.
In attesa di compilare un articolo ben più esaustivo sull'argomento, magari dopo aver sentito cosa comunicherà questa brillante guida della nazione statunitense, mi sembra doveroso comunicarvi un riassunto delle conclusioni basate sulle informazioni trapelate da alcuni scienziati costretti al silenzio (informazioni esaminate da altri specialisti che ne confermano l'attendibilità) e che i media si guardano bene dal dare:
Si stima che la pressione con la quale il petrolio fuoriesce nelle acque del Golfo sia compresa tra 20.000 e 70.000 PSI (libbre per pollice quadro): una pressione impossibile da controllare. Si stima inoltre che la quantità giornaliera di petrolio che fuoriesce dal fondo marino sia compresa tra 80.000 e 100.000 barili di petrolio. Il flusso di petrolio e gas che fuoriesce ad alta pressione dal pozzo trascina con sé sabbia e roccia, i quali producono un effetto erosivo su quel che rimane di quest'ultimo e sul foro di uscita. Di conseguenza, il diametro continua ad allargarsi, aumentando la quantità di petrolio che fuoriesce. Qualunque dispositivo di contenimento piazzato sopra il pozzo non è in grado di resistere all'enorme pressione.

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Il petrolio ha ormai raggiunto la Corrente del Golfo e sta entrando nel ciclo della corrente oceanica, la quale è almeno quattro volte più forte della prima e lo porterà in giro per il mondo entro 18 mesi. Le possibili conseguenze di una tale alterazione dell'ambiente marino sono al momento imprevedibili.
Il petrolio, insieme ai gas, il benzene e svariate altre tossine, sta eliminando l'ossigeno presente nell'acqua, uccidendo tutte le forme di vita nell'oceano. Oltre al petrolio, sulle coste arriveranno quindi enormi quantità di pesci e altri animali morti, aggravando ulteriormente la situazione ambientale.

La più grave catastrofe ambientale della storia 00905_golfo_messico
Una volta che l'intensa pressione avrà rimosso la testa del pozzo, il foro continuerà ad allargarsi e il petrolio potrà sgorgare liberamente nel Golfo del Messico. Quando dall'enorme sacca che si trova 8 chilometri al di sotto del fondo oceanico saranno fuoriusciti svariati MILIARDI di barili di petrolio, la pressione inizierà a normalizzarsi. A questo punto la grande pressione dell'acqua alla profondità di circa 1.500 metri indurrà quest'ultima a penetrare nel buco e quindi nella sacca precedentemente occupata dal petrolio. Si stima che a quella profondità la temperatura possa raggiungere e forse superare i 200°C. L'acqua che penetra si trasformerà in vapore, creando un'enorme quantità di forza e sollevando il fondo oceanico. Difficile stabilire quanta acqua entrerà nella sacca e di conseguenza calcolare di quanto si potrà sollevare il fondo. È possibile che questo fenomeno crei uno tsunami con onde tra i 6 e i 25 metri, e forse anche di più. Dopodiché il fondo collasserà nella sacca ormai vuota: il modo con cui la natura sigillerà il buco.
A seconda dell'altezza delle onde dello tsunami, i detriti oceanici, il petrolio e le strutture esistenti verranno spazzate lungo le coste e nell'entroterra, devastando completamente l'area per un'ampiezza tra gli 80 e i 300 chilometri. Anche rimuovendo i detriti, gli elementi contaminanti che rimarranno nel terreno e nelle falde acquifere impediranno la ripopolazione di queste aree per un imprecisato numero di anni.
Naturalmente mi auguro di tutto cuore che questo pauroso scenario non abbia mai a verificarsi, ma è un fatto che tutti i tentativi sinora operati dalla BP per fermare la fuoriuscita di petrolio sono miseramente falliti, così come l'esistenza di un “cordone sanitario” attorno agli operatori impegnati nella zona che impedisce qualunque contatto con la stampa, i giornalisti, etc.

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MessaggioTitolo: Golfo del Messico: pronta l'evacuazione di 40 milioni di persone in campi FEMA   La più grave catastrofe ambientale della storia Icon_minitimeGio Lug 01, 2010 9:35 am

By Ester Capuano - Posted on 30 giugno 2010

L'esercito americano si prepara a evacuare 40 milioni di persone situate nella regione della marea nera del Golfo, secondo le fonti, con il pretesto di tossicità.

40 milioni di persone non potevano che essere ospitati nei famosi campi FEMA, costruiti intorno al paese e simili a campi di concentramento o prigioni, dotate di un proprio sito di inceneritori.

Anche se questo spostamento nei campi sembra solo temporaneo, almeno stando alle pretestuose illazioni ufficiali per convincere gli stessi interessati e l'opinione pubblica, è estremamente evidente che lo spargimento di petrolio sia cominciato intenzionalmente per perfezionare la legge marziale e per mettere le persone in campi di prigionia FEMA come parte di un ordine del giorno Bielderberg, per prendere gli stati uniti.

Da una relazione, che fornisce informazioni provenienti da un'industria petrolifera in Texas, emerge che la fuoriuscita di petrolio del Golfo non può essere fermata con qualsiasi metodo convenzionale come nel caso del Pozzo Riser Pipe in cui il petrolio si è perso nel foro e sgorga intorno alla base del tubo il cui supporto di rivestimento si è fratturato a causa del pompaggio ad alta pressione e al contatto con il fango nel corso del processo di fuoriuscita.


Altre relazioni geologiche fanno ora emergere che ci sono diverse altre perdite molto grandi ad una certa distanza dalla testa del pozzo come se il fondo del mare sia stato fratturato dall'alta pressione (2200psi), dai 80-100mila barili al giorno che filtrano orizzontalmente dagli strati circostanti.

Le mie fonti mi dicono: i militari si stanno mobilitando tutti per una evacuazione fuori da tutta la regione di circa 40milioni di persone a causa dell'estrema tossicità del metano, del solfuro di idrogeno e dell'acido cianidrico. Altri rapporti indicano che l'unica soluzione che può eventualmente contenere la perdita principale è un nuovo impianto di contenimento posto giù nel secondo pozzo a Settembre.

Il grande problema è dove mettere gli sfollati fino a quando non si può effettuare una correzione. Inoltre, se il fondale è già fratturato il nuovo impianto di contenimento potrebbe far si che la situazione diventi insostenibile se non è perfettamente eseguito e davvero non si sa esattamente quanta forza esplosiva è richiesta affinché non si arrechi danno al cappuccio situato sopra il giacimento petrolifero che si estende dal Venezuela allo Utah.

Inoltre, secondo alcuni analisti finanziari la BP e la Transocean andranno in fallimento lasciando il popolo americano a pagare il conto che si prevede raggiunga un mezzo trilione di dollari. BP ha già speso 2 miliardi, la Guardia Costiera e la Marina altri 3 miliardi. Ciò non è nulla se la fuoriuscita del petrolio in mare continua fino a ottobre o novembre ed oltre.

Ciò potrebbe spingere gli Stati Uniti in una nuova crisi finanziaria. La mia fonte mi ha detto che se il fondale è fratturato allora la perforazione su tutta costa del golfo sarà sospesa... avvenimento che costringerà a raddoppiare il prezzo dell'energia e del gas in tutto il mondo in pochi mesi.
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MessaggioTitolo: Non è facile smantellare di punto in bianco il business del petrolio   La più grave catastrofe ambientale della storia Icon_minitimeMer Lug 07, 2010 9:29 am

IL SEGRETO DI TESLA.

Il nome di Tesla è spesso associato alla free energy: pensi che questo suo progetto potrà presto diventare realtà?

Non è obiettivamente facile rispondere a questa domanda. A prescindere dal modo proprio di Tesla di “buttarsi a volte da solo la zappa sui piedi”, esiste anche una componente importante che rende ancora molto difficoltosa l’estrazione della “free energy”.

La ragione è ovviamente dovuta al fatto che non è facile smantellare di punto in bianco il business del petrolio (tanto per fare solo un esempio tra le energie convenzionali) e tutti i personaggi che ci ruotano attorno, per non parlare dei milioni di operai che garantiscono la loro sopravvivenza lavorando proprio in questo settore.

Forse dovremmo aspettare che tutti i mari della Terra diventino immensi cimiteri di colore blu-verde picchiettato di macchie nere, o che il flagello del cancro o altre malattie senza scampo dimezzino la popolazione mondiale: è cinico doverlo dire, e triste pensarlo.

Ma temo che questo cupo scenario non sia tanto lontano dalla realtà;. Forse ad un certo punto si comincerà a comprendere che la vita delle persone conta più del dollaro (o dell’euro: nessuna differenza nel concetto).

E allora ci si dovrà per forza rimboccare le maniche e si investirà molto più denaro nella ricerca sul cosiddetto “punto zero”, ovvero l’energia prodotta dalla “schiuma quantistica”.

Sappiamo già, sia teoricamente che sperimentalmente, che il vuoto quantistico non è realmente vuoto e che può quindi fornirci energia virtualmente illimitata solamente se abbiamo la modestia di rivedere cosa manca nei nostri calcoli e come la mappa teorico-matematica che abbiamo della realtà si avvicina effettivamente alla realtà stessa.

Questo non significa affatto buttare a mare le nostre teorie in fisica e men che meno il metodo con cui esse sono state messe a punto; significa solo espanderne la portata soddisfacendo meglio ai requisiti di completezza (e non convenienza, per far tornare i conti).! Occorre studiare ancora un po’ e approfondire meglio ciò che per ora intravvediamo solo un poco.

Sicuramente non fare esperimenti folli e alla cieca credendo di imbrigliare la cosiddetta “energia scalare” senza manco conoscere le leggi fisico-matematiche che ne regolano il processo.

Comunque, a parte interessi economici, non credo che sia mai esistita una “scienza soppressa”, come amano definirla certuni complottisti che di scienza e del suo metodo non sanno nulla e non capiranno mai nulla.

A mio modesto parere e in base alla mia esperienza, ritengo che esista semmai solo lo scrupolo (anche etico) della nostra comunità – quella scientifica – di effettuare verifiche più che ridondanti prima di dare in pasto al grande pubblico cose che non si riesce ancora a controllare e manipolare in sicurezza, e senza averne valutato i possibili pericoli.

È qui che ci viene sempre in soccorso il metodo galileiano: il “controllo” in Scienza non è un metodo oppressivo sulle masse, bensì l’unico sistema che ci permette di proteggerci e cautelarci da ciò che ancora non conosciamo alla perfezione.

A volte vedere cosa c’è sotto una pietra dopo averla sollevata può ess ere interessante, almeno fino a quando una decina di scorpioni velenosi non ne escono e iniziano a salirci sulle gambe prendendoci del tutto di sprovvista.

“Scientire” – e io stesso mi considero “scientista” nel senso quadrato del termine – significa anche poter fare predizioni sperimentali e teoriche nei minimi dettagli (come si usa fare anche e soprattutto all’acceleratore LHC del CERN), procedura che si attua solo matematicamente e prima degli esperimenti stessi, e non solo giocando con generatori di amplificazione per vedere l’effetto che fanno quando elettrizzano le scarpe dei passanti, mandano in tilt centrali elettriche, e producono fulmini lunghi 30 metri.

Perlomeno Tesla ci ha dato l’input di continuare dove lui si è fermato (o meglio, dove “è stato fermato”, e forse non a torto in questo specifico caso), sottoponendo al processo della verifica minuziosa quello che lui aveva già iniziato a esplorare.

Sicuramente il più bel compleanno al comunque grandissimo Nikola lo festeggeremo quando dopo aver messo le “briglie alla bestia” forse riporteremo salute e serenità a questo mondo: e allora Tesla avrà il più grande dei tributi possibili.

Dalla rivista "Scienza & Conoscenza"
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