Fisica ...tra Scienza e Mistero (Universo,Energia,Mente e Materia)
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 La prima foto dell'intero universo

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pier

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MessaggioTitolo: La prima foto dell'intero universo   La prima foto dell'intero universo Icon_minitimeVen Lug 09, 2010 2:52 pm

La prima immagine dell’Universo “scattata” dal telescopio Planck



Così era l’Universo. L‘Esa, ente spaziale europeo, ha diffuso una spettacolare immagine dell’intero cielo in una singola mappa. Una fotografia del cosmo ottenuta combinando tutte e nove le frequenze alle quali sono sensibili i rivelatori a bordo del telescopio spaziale Planck. Un affresco inedito, nel quale si scorgono l’impronta dell’Universo primordiale e l’emissione diffusa della Via Lattea. Il comunicato Esa è chiaro ed eloquente. “Questo è il momento per il quale il telescopio spaziale Planck è stato concepito“, dichiara il direttore della sezione ESA di Scienza ed Esplorazione Robotica, David Southwood. “Non stiamo offrendo risposte. Stiamo aprendo le porte di un Eldorado in cui gli scienziati potranno andare a caccia di pepite d’oro, che li porteranno ad approfondire la nostra comprensione su come l’Universo è nato e su come funziona. L’eccezionale qualità di quest’immagine è un tributo agli ingegneri che hanno costruito e gestito Planck. Ora è il momento di dare il via al raccolto scientifico“. Continua il comunicato. “La radiazione di fondo a microonde (CMB), o radiazione fossile, offre la più antica immagine possibile dell’Universo: appena 380mila anni dopo il Big Bang. Un’immagine che, nella mappa di Planck, appare in gran parte avvolta nella foschia introdotta dalle sorgenti diffuse della Via Lattea, polvere e gas interstellare innanzi tutto. Un’immagine nascosta nella nebbia, dunque, come spiega Jan Tauber, project scientist di Planck, dove la struttura granulare della CMB si può distinguere nettamente nelle regioni ad alta latitudine della mappa, là dove l’emissione locale è più debole. Scendendo a latitudini più basse, invece, una grande porzione di cielo è dominata dal contributo della Via Lattea, che risplende con vigore sul piano galattico e si estende, seppur con minore intensità, anche al di sopra e al di sotto di esso“.
Per spiegare, i tecnici Esa ricorrono ad esempi concreti: “Proprio come talora avviene con alcuni capolavori, celati per secoli sotto ad altri dipinti e in seguito restituiti al loro originale splendore dalla tecnologia e dalla paziente opera dei restauratori, anche la mappa dell’Universo primordiale è prossima a emergere nella sua interezza. Nel caso della mappa di Planck, la separazione delle due componenti— il fondo cosmico da una parte e le sorgenti galattiche dall’altra— è affidata a complessi software di analisi ed elaborazione delle immagini, sviluppati ad hoc dagli scienziati del team di Planck. Algoritmi resi possibili grazie alla risoluzione e alla sensibilità senza precedenti dei dati raccolti dal satellite, e in particolare grazie alla disponibilità di ben nove canali a diverse lunghezze d’onda. Proprio questo ampio spettro di frequenze—dai 30 agli 857 GHz—permette di “sollevare il dipinto” più recente (il contributo galattico, preziosissimo per gli astrofisici) senza danneggiare quello sottostante (il fondo cosmico, sul quale i cosmologi non vedono l’ora di mettere le mani). Ottenendo così due “tele” indipendenti ed entrambe di valore inestimabile“.
07/07/2010

È l'immagine della creazione. O, almeno, quello che più si avvicina: la prima fotografia dell'intero universo realizzata dal satellite Planck dell'Agenzia Spaziale Europea. Non una normale fotografia, ovviamente, ma un collage ottenuto grazie a una macchina particolare che ha ripreso la radiazione di fondo che permea l'intero universo.

Una debole emissione di microonde prodotta dall'immane esplosione di energia che, circa 13,7 miliardi di anni fa, ha dato inizio allo spazio, al tempo e alla materia. Il primo vagito del cosmo. “Abbiamo raggiunto lo scopo”, ha commentato David Southwood, direttore dell'esplorazione scientifica e robotica dell'Agenzia Spaziale Europea. “Stiamo aprendo la porta di un Eldorado dove gli scienziati potranno scoprire le pepite che permetteranno una migliore comprensione di come l'universo si è formato e di come funziona”.

Molti sono i quesiti legati alla creazione. L'universo, come oggi lo conosciamo, è formato da centinaia di miliardi di galassie, ciascuna delle quali comprende centinaia di miliardi di stelle come il nostro Sole. Ma non è sempre stato così. Nel 1929 Edwin Hubble scoprì che le galassie si allontanano fra di loro tanto più velocemente quanto più sono distanti fra noi. Il primo indizio che ha portato alla scoperta del Big bang, il “grande botto”.

In origine non esisteva né il tempo, né lo spazio, né la materia, ma solo un'immensa quantità di energia concentrata in un punto. Poi, poco meno di 14 miliardi di anni fa, l'immensa esplosione che ha dato origine a tutto e dalla quale è iniziata l'espansione dell'universo. La “luce” fotografata dal satellite Planck è il calore residuo prodotto da quell'evento. Non a caso gli scienziati la chiamano radiazione fossile.

Questo è ciò che sappiamo, ma a mano a mano che cresce la conoscenza aumentano gli interrogativi. Il più grande è legato alla cosiddetta “materia oscura” e all'altrettanto misteriosa “energia oscura” che sembra accelerare l'espansione dell'universo. I calcoli legati ai moto delle galassie portano a una massa del cosmo di gran lunga superiore a quella di tutti i corpi celesti.

In altre parole, l'universo sarebbe costituito per la maggior parte da materia invisibile, sulla cui natura esistono molte ipotesi e nessuna certezza. Secondo alcune stime, stelle e galassie formerebbero appena il quattro per cento di ciò che esiste. Il resto per ora ci sfugge.


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