- pier ha scritto:
- Una nuova teoria per l'Universo
Il nostro cosmo non ha avuto un momento iniziale e non morirà: è in continua evoluzione, mentre massa, tempo e spazio possono convertirsi l'uno nell'altro. Fa discutere lo studio di un ricercatore di Taiwan, che permette di risolvere molti misteri, ma presenta alcune incoerenze di LUIGI BIGNAMI
NESSUN inizio, nessuna fine, ma un Universo in continua evoluzione, dove massa, tempo e spazio possono convertirsi l'uno nell'altro. Un Universo dunque, senza Big Bang e senza fine. Questo è il cosmo in cui viviamo, così come lo ha concepito e definito Wun-Yi Shu della National Tsing Hua University di Taiwan, che permette di risolvere molti problemi ancora aperti della teoria oggi comunemente accettata, che vuole che l'Universo in cui viviamo sia nato dal Big Bang.
Nell'Universo di Shu sono quattro gli elementi in contrasto con l'attuale teoria dell'evoluzione del cosmo e che ne danno una nuova visione. Il primo: la velocità della luce e la "costante gravitazionale" non sono costanti, ma variano con il tempo. Il secondo: il tempo non ha avuto né inizio, né fine, quindi non c'è stato alcun Big Bang. Il terzo: la sezione spaziale dell'Universo è paragonabile ad una sfera a più di tre dimensioni, un'immagine inconcepibile con la fantasia umana, ma che si spiega solo matematicamente. Il quarto, infine: l'Universo vede momenti di accelerazione e decelerazione nella sua espansione.
L'ipotesi di Shu vede da una nuova prospettiva le entità che stanno alla base dell'Universo, in quanto il tempo e lo spazio si possono convertire l'uno nell'altro con la velocità della luce come fattore di conversione. La massa e la lunghezza sono anch'esse intercambiabili: la conversione dipende dalla "costante gravitazionale", che è variabile nel tempo, e dalla velocità
della luce, anch'essa variabile. Secondo questa nuova complessa visione, quando l'Universo è in espansione il tempo si converte in spazio e la massa in lunghezza. Quando l'Universo si contrae avviene il contrario.
"Nella mia visione dell'Universo la velocità della luce è un fattore di conversione tra il tempo e lo spazio, in quanto è semplicemente una delle proprietà della geometria dello spazio-tempo", spiega Shu, il quale continua: "Poiché l'Universo è in espansione si può ipotizzare che in fattore di conversione vari in rapporto a tale espansione e dunque la velocità della luce varia con il tempo cosmico".
Questa nuova concezione del cosmo in cui viviamo, tra l'altro, dà modo di spiegare la sua espansione senza ricorrere all'"energia oscura" che, secondo i canoni attuali, compone il 73% dell'Universo (il 23% è materia oscura e solo il 4% è materia ordinaria, quella di cui sono composte le stelle, i pianeti e tutto l'Universo visibile). Dell'energia oscura non si sa nulla e rimane il più grande mistero per gli scienziati.
Alcune critiche, tuttavia, sono già state mosse alla nuova teoria. Le più vigorose vengono da Michael Drinkwater, astronomo alla Univesity of Queelsland, il quale sottolinea come vi siano numerose prove che la velocità della luce è costante e non cambia con il tempo come sostiene Shu. La quantità di idrogeno, elio e altri elementi presenti nell'Universo, inoltre, sono coerenti con la nascita dell'Universo attraverso il Big Bang. Un'altra problematica riguarda la "radiazione cosmica di fondo" che, nel modello del Big Bang, corrisponde alla radiazione residua delle fasi iniziali della creazione dell'Universo e ne è considerata una conferma chiave. Shu è consapevole di queste controversie, ma secondo l'astrofisico è solo una questione di tempo e anch'esse troveranno una spiegazione nell'Universo infinito.
Ti riporto una visione esposta dall'Entità A e che è oppo sta a quella sopra:
Evoluzione dello spirito e trasformazione dell’universo
Ogni spirito è libero di scegliere la velocità più veloce o
meno veloce per evolversi, distribuendo nel “tempo” i diversi ostacoli.
Ora il concetto di velocità di evoluzione, si potrebbe obiettare, noi l’abbiamo
nello spazio e nel temo: fuori di essi come è possibile affermarlo?
Si tratta di un concetto che non trova spazio in nessun testo di filosofia, non
essendo finora stato analizzato perché effettivamente complicato.
Quando parliamo di velocità dell’universo, noi intendiamo soltanto attività,
moto.
Parlando di moto viene spontaneo riferirsi al tempo, e analogamente quando
parliamo di velocità ci riferiamo al tempo.
Nell’universo esiste una velocità uniforme, una velocità costante, e ciò come
nel caso della vita, per la quale non ci si può chiedere se essa sia più veloce
o meno veloce di un'altra, dato che evidentemente la velocità della vita è
uguale per tutti, in quanto il processo di sviluppo al quale il fenomeno vita è
costretto a soggiacere per giungere alla morte è quello che è.
Né ci si può riferire a fenomeni collaterali, per cui vi è chi muore prima e
chi muore dopo, chi cresce prima e chi cresce dopo; a noi interessa soltanto il
fenomeno di sviluppo in cui la velocità è sempre la stessa.
Quando noi poniamo di fronte due nebulose nelle stesse condizioni di esistenza,
con le stesse possibilità di sviluppo, esse per diventare pianeti,
impiegheranno ad esempio un miliardo di secoli.
Ma in virtù dell’uguaglianza, ambedue impiegheranno per compiere il ciclo un
tempo x inesistente, dato che si tratta di un periodo che raffrontato ad un
tempo soggettivo ad esse nebulose, finisce con l’essere annullato, perché la
prima può rispecchiarsi soltanto nel tempo dell’altra e viceversa.
Quando noi diciamo “moto universale” o tempo universale”, intendiamo il
principio ritmico costante dell’universo, che si trasforma ad una velocità
costante.Ma noi vediamo il tempo nel brevissimo periodo della nostra vita.
La fisica ci dice che nulla viene distrutto, ma tutto si trasforma, e che
l’elemento ritorna ad essere quello che era.Gli elementi più semplici
dell’universo restano uguali a se stessi.
L’elemento “uno” dell’universo, può diventare l’elemento “uno” circondato da
una grande spirale e può così apparire come un “uno” più grande e diverso, ma
se togliamo la spirale esso rimane l’”uno” originale.
Il principio dell’universo è che nulla si trasforma realmente, ma che tutto
resta identico, immutabile, costante, per cui la trasformazione apparente è la
somma di elementi immutabili, statici, e non sostituzione per una
trasformazione vera e propria.Quando noi vediamo una somma di elementi, non dobbiamo dire che si tratta di un
elemento diverso, ma possiamo essere ben certi che si tratta della somma di più
elementi.
Immettendo al loro posto fisso tutte le cose noi eliminiamo il concetto di
tempo.Immaginiamo di avere una scacchiera ed immaginiamo che l’universo sia
diviso in tanti quadratini, come una rete topografica.
Poniamo al loro posto l’1, il 2 il 3 e via di seguito.
Esistendo un ritmo di spostamento ciclico costante, avremo che l’1 scatta al
posto del 2 e che contemporaneamente il 2 passerà al 3 e poi al 4 come se i
quadratini si rincorressero.
Avremo quindi che l’1 diverrà l’1 + 1, e poi ancora l’1 + 1 + 1, formando cioè
tre elementi semplici.
Contemporaneamente sopraggiungeranno altri 1, in virtù di frantumazioni
universali che procedono all’infinito, per cui l’1 diverrà l’1 elevato alla N.
E quando questo si frantumerà tutte le unità riprenderanno il loro cammino.
Non possiamo parlare di frantumazione specifica dato che nell’universo vi è un
esistenza eterna, per cui dobbiamo immaginarci come un serbatoio eterno formato
da questa energia che alimenta continuamente l’1, in modo che esso passi al 2
come in una scala divergente.
Immaginiamo ora un quadratino singolo, ed immaginiamo che esso sia un elemento
infinitamente piccolo dell’universo.
Che cosa significa elemento infinitamente piccolo dell’universo?
Supponiamo con un concetto assurdo che esso non possa essere ulteriormente
frantumato (mentre ogni più piccolo corpuscolo può frantumarsi all’infinito, in
virtù del concetto dell’infinitamente piccolo).Poiché esso diventi più grande
cosa deve avvenire?
Che altri corpi si aggreghino ad esso, per ingrandirlo nello sviluppo
universale.
Ciascuno dei corpi che si aggrega al primo avanza con la stessa velocità, per
cui esso diventa di infinita grandezza senza aver subito bruschi sobbalzi di
velocità.
Né esiste un tempo, in quanto noi non diciamo “1” e solo dopo un certo intervallo
aggiungiamo “+ 1” e poi ancora “+1”.
Ma nel ritmo “1+1+1” formiamo un certo numero senza che esso abbia avuto
interferenze.
E così noi abbiamo la materia, la quale si avvolge, si moltiplica, pur
conservando la sua identità.
Ed in questo fenomeno non vi è un tempo, , ma soltanto uno sviluppo ritmico.
Ed anche quando si realizza un fenomeno diverso esso è sempre nel ritmo.Ad un
certo momento potrà formarsi un sistema planetario, con ritmo eternamente
identico.
Vi è accelerazione? Si, vi può essere accelerazione, vi potranno essere dei
fenomeni diversi, ma questi si verificheranno sempre in un quadratino o sfera
isolata, mentre intorno l’universo continuerà a ruotare identicamente.
E la materia stessa, restando concretizzata ha un suo ritmo particolare.
I tempi e le velocità che vanno a formare in seno ad una particolarità
universale, non sono dati isolatamente dallo sviluppo particolare, ma sono la
conseguenza dei ritmi costanti che la circondano.
Ossia le velocità diverse che possono esistere, non si sono formate da sole, ma
sono la conseguenza dell’isolamento in confronto a tempi costanti.
Consideriamo ancora un'altra possibilità: se è vero che fra ogni elemento vi è
la distanza di “1”, possono aversi un altro corpo, un'altra esistenza, un altro
fenomeno di vita universale, più lontano, per cui la distanza invece di essere
“1” sia ad es. “4”, e quindi il rapporto e l’armonia possono essere gli stessi?
Questo ragionamento non può reggere, perché esso annulla l’esistenza
dell’elemento “1”.
Noi dovremmo immaginare un elemento così grande, rispetto a quello più piccolo,
da conservare inalterati i rapporti, nonostante la maggiore distanza.
Ma le grandezze universali sono tutte identiche è né può concepirsi un
tempo, perché gli elementi sono semplici e l’elemento universale è l’”1” che
solo in aggiunta ad altri può dare un apparenza relativa.Quando noi diciamo “tempo universale” dobbiamo raffigurarci questo spostamento
a scacchiera, in virtù del quale resta annullato il tempo in quanto il ritmo è
costante.
Si potrebbe eventualmente dire che esiste un “tempo universale” rispetto ad un
“non tempo”, così come si dice che c’è il bianco perché esiste il nero, che vi
è la luce perché esiste il buio.
Dunque, volendo considerare lo spirito, diciamo che esso è libero, essendo
libero esso può riferirsi ad altri spiriti..
Si può dire che uno è meno preparato dell’altro, o che vuole acquisire più
esperienze dell’altro.
Ma quando si parla di tempo breve o lungo si fa riferimento ad un tempo
materiale, o quando si vuol alludere ad una maggior o minor evoluzione, non si
parla più di tempo come lo intendono gli uomini, ma di esperienze in senso
numerico.
E se un entità vuol raggiungere queste esperienze prima di un'altra essa
valuterà unicamente il numero degli ostacoli, il numero delle esperienze da
fare, non il tempo maggiore o minore da impiegare
Dalla trance profonda di Corrado Piancastelli dalla quale sono ormai state
tratte oltre 10.000 pagine di altissimo livello.
P.S Lo spirito è un energia individualizzata costituita da idee semplici che
percorre l'infinito e che ha in se il principio dell'intelligenza (non
cerebrale)
La vita è un esperienza, piccolo puzzle sul percorso dell'infinito.
Non esiste un principio morale nell'universo, si configurano dei principi
morali relativi nella vita umana.
Nell'uomo lo spirito stà oltre l'inconscio, e dopo la morte si arrichisce delle
esperienze della vita trasformandole in idee semplici, universali.
" Quando considererete ciò che è in alto come ciò che è in basso, allora
capirete"
Dal Vangelo secondo Tommaso
Dott Claudio Sauro