Le piante medicinali sono usate da millenni; l’uomo primitivo le utilizzava riconoscendone le proprieta’ istintivamente, proprio come fanno gli animali; poi nella storia fino ad Ippocrate fondatore della Medicina si sono usate in modo empirico ad esempio secondo la teoria analogica che vede nella forma o nel colore di una pianta la possibilità di curare certi organi; ma anche per tradizione orale.
Solo nel 1900 è cominciata una sperimentazione scientifica delle proprietà delle piante anche se molto spesso su un numero limitato di individui.
La medicina ufficiale attualmente ritiene maggiormente validi gli studi sperimentali randomizzati in doppio cieco, cioè quegli studi che reclutano individui a caso e a metà di loro viene somministrato il farmaco vero, all’altra metà viene somministrato un placebo, senza che, sia i medici, sia i pazienti siano a conoscenza di quale è il vero farmaco; tali studi ovviamente sono tanto più attendibili se si aumenta il numero di soggetti in sperimentazione; così abbiamo studi randomizzati con 5000 -10000 mila soggeti trattati.
Le piante medicinali al contrario a parte poche piante eroiche prese in considerazione dalla medicina, si sono avvalse solamente di studi all’aperto, cioè studi in cui sia il paziente che il medico conoscono il tipo di farmaco; ad esempio per sperimentare l’Elicrisum Italicum, vista la sua forte aromaticità e visto il tipo di somministrazione che solitamente avviene per infusione o per tintura, non posso ingannare il paziente; pertanto devo limitarmi ad uno studio all’aperto; è vero che potrei somministrare delle capsule di estratto secco ben sigillate e senza gusto, ma mi si dice che tale estratto secco è meno efficace della pianta estratta come infuso, poiché perde gran parte della sua essenza.
Poi fino ad ora le erbe medicinali si sono sperimentate su un numero limitato di soggetti: ; non esistono i grossi numeri degli studi randomizzati che si usano per i farmaci di sintesi.esistono piuttosto delle sperimentazioni (all’aperto) che si sono ripetute nel corso degli anni e che molto spesso hanno dato i medesimi risultati. La medicina ufficiale si avvale di un gran numero di prodotti di estrazione da piante medicinali e negli ultimi anni in particolare vi è stato un incremento della ricerca relativamente a piante medicinali esotiche..
E’ interessante ricordare che mentre i farmci di sintesi sono strutturalmente semplici, le piante medicinali sono organismi complessi costituiti da centinaia di principi come amidi, zuccheri, vitamine, proteine, alcaloidi, olii essenziali ecc che possono variare in relazione ad un infinità di fattori come clima, tempo di crescita, terreno, stagione ecc. Tali caratteristiche rende la proprietà terapeutica delle piante variabile.
Inoltre i principi attivi se in certe piante come ad esempio la digitale o l’atropa belladonna possono essere identificati in una specifica sostanza che viene estratta e titolata, in molte altre piante medicinali ciò e’ impossibile perchè moltissime sostanze ne concorrono a determinare le caratteristiche terapeutiche ; un esempio classico è la cipolla che esercita una spiccata azione ipoglicemizzante in merito ad una molteplicità di principi che contiene.
Pertanto le piante medicinali sono organismi complessi, la cui attività terapeutica è variabile, non sempre titolabile, e questo ne ha limitato l’uso da parte della medicina ufficiale. Tuttavia per disposizione del ministero della sanità i prodotti erboristici vengono messi in commercio come prodotti da banco , ma con precise disposizioni di indicazione di alcune sostanze che si ritiene possano contribuire in maggior misura a determinarne l’attività terapeutica.
Generalmente le ditte che producono e mettono in commercio prodotti erboristici , anche sotto forma di pianta sfusa per decotti, infusi o tinture titolano alcuni principi che si ritengono più attivi.
Per quanto riguarda i prodotti vitaminici e molti minerali questi sono entrati nella medicina ufficiale con le rispettive indicazioni terapeutiche; molti minerali traccia vengono assemblati in prodotti commerciali complessi composti da più vitamine e minerali.
Anche per le piante medicinali si pone il problema dell’interazione; infatti molti principi attivi possono occupare gli stessi siti di legame sulle proteine del sangue con conseguenza che se si assumono più piante contemporaneamente possono interreagire fra di loro con effetti talora dannosi.
È pertanto buona regola non utilizzare più di una pianta alla volta, o utilizzarne poche delle quali si conosca già per studi fatti che non esiste interazione dannosa.
Per quanto riguarda l’interazione con farmaci di sintesi anche questa può rivestire una certa importanza; ad esempio si è visto da studi recenti che l’iperico commercializzato negli ultimi anni per le sindromi depressive medie e minori, induce numerosi sistemi enzimatici e può portare a ridotti livelli plasmatici e minor efficacia di altri farmaci assunti contemporaneamente.
Così pure alcune pianta amare come l’assenzio, l’artemisia vulgaris, la genziana ecc, possono indurre numerosi enzimi, riducendo l’efficacia di altri farmaci assunti.
Gli olii essenziali in particolare, se associati a farmaci come gli ace inibitori, che già possono avere un azione sul rene, ne accentuano l’azione nefrotossica e quindi non vanno usati in associazione.
Comunque negli ultimi anni, anche per la fitoterapia o per sostanze di estrazione sono stati intrapresi studi rabdomizzati in doppio ceco e su grossi numeri di individui,e posso assicurare che si stanno accumulando sempre piu’ studi di questo tipo anche per le migliori possibilità di estrazione di principi attivi che possono essere racchiusi in capsule.
Del resto la medicina ufficiale fa gia’ largo uso di piante cosidette eroiche come la digitale, l’atropa belladonna, , il colchico, l’efedra, gli alcaloidi della pervinca, molti principi attivi della rauwolfia serpentina, le antocianine del mirtillo, il complesso p dell’ippocastano e della ruta, i principi della noce vomica, i principi del papaver somniferum ( morfina, codeina, papaverina), i principi del salice ( acido salicilico) , i principi del trifoglio (warfarin) ecc.
Non dobbiamo inoltre dimenticare che pure gli antibiotici sono di origine naturale (estratti dalle muffe) anche se attualmente prodotti per sintesi.
Per quanto riguarda piante ad azione piu’ blanda faccio presente che moltissimi studi prodotti nel corso di numerosi anni, anche su un numero limitato di individui, ma che danno sempre i medesimi risultati possono essere presi a pieno titolo come validi.
Inoltre piante come la curcuma, lo zenzero, il carciofo ecc. Che producono risultati eclatanti in tempi brevi ,anche se studiati su piccoli gruppi, personalmente li ritengo validi.
Alcuni testi fondamentali:
- piante medicinali chimica farmacologica e terapia ed. Messaggerie italiane milano di benigni, capra, cattorini ( il testo piu’ completo attualmente esistente che ragruppa studi di ogni genere e con amplia bibliografia; 1800 pagine esclusivamente per medici o esperti del settore)
- Trattato di medicina naturale di joseph e. Pizzorno e michael t. Murray ( testo imponente e molto aggiornato ed utet che raggruppa studi sperimentali, randomizzati ed in doppio ceco; josep e. Pizzorno e’ fondatore e docente della bastyr university di seattle e michael t. Murray e’ ricercatore presso la medisima universita’ ed in piu’ redattore del natural medicine journal; tale testo e’ il piu’ aggiornato relativamente a studi condotti su piante medicinali ; due volumi di 1700 pagine)
- Piante medicinali nella terapia medica di giuseppe penso ed. Medico; giuseppe penso docente in farmacologia presso l’universita’ di napoli ha pensato di scrivere un testo esclusivamente per medici al fine di rendere note le proprieta’ delle piu’ attive piante medicinali.
- L’erborista moderno di franco pedretti ed. Erboristeria domani; franco pedretti ricercatore presso l’istituto di farmacologia e farmacognosia dell’universita’ di milano ha scritto un testo organico, ben documentato, scientificamente irreprensibile sulle proprieta’ dei fitofarmaci.
- Dizionario ragionato di erboristeria e fitoterapia di a. Bruni e m. Nicoletti il primo professore ordinario di farmacognosia dell’universita’ di ferrara, il secondo professore straordinario di biologia farmaceutica dell’universita’ la sapienza di roma; questo testo redatto in ordine alfabetico e’ uno dei piu’ vasti, dei piu completi, dei piu’ scentificamente attendibili attualmente sul mercato.
- Farmacopea italiana; testo che raggruppa le conoscenze scientifiche di ieri e di oggi sui fitofarmaci e sui farmaci galenici
- Le piante che ridanno la salute di g.antonelli, libreria pontificia roma; g antonelli pur avendo scritto un libro edito nel 1941 stupisce per i numerosi studi riportati.
- Farmacologia di aldo cestari; docente straordinario presso l’universita’ di bologna ha redatto un testo quanto mai utile per la conoscenza oltre che dei farmaci di sintesi, dei prodotti galenici
- Le basi farmacologiche della terapia di godman e gilman; e’ il testo piu’ completo di farmacologia attualmente esistente; in esso si possono trovare non solo i farmaci di sintesi ma pure prodotti galenici, piante medicinali, sostanze di derivazione da piante medicinali e sottoposte a modifiche strutturali
- Le vitamine di alberto fidenza docente di farmacologia presso l’universita’ la sapienza di roma
- Le vitamine di j. Leboulager docente di fisiologia umana presso l’universita degli studi di pavia
- Chimica bromatologica ed applicata all’igene degli alimenti del prof. Teodoro pozzo balbi e di gaetano charrier direttore di chimica farmaceutica e tossicologica dell’universita’ di bologna ed. Patron
- Lezioni di farmacognosia di giuliana fassina dell’istituto di farmacologia dell’universita’ di padova
- Interazioni farmacologiche nella pratica clinica di Ivan H. Stockley docente di farmacologia presso l’universita’ del nottingham ed mcgraw-hill
- Drug interaction facts di daniel a. Hussard professore emerito della philadelphia university ed . Malesci
- Erboristeria e fitoterapia di bruni e nicoletti ed piccin
- La medicina dei semplici di alessandro formenti ed. L’informatore agrario
- Etnomedicina di antonio scarpa franco lucisano editore
- Erbe selvatiche di slover e gossen ed. Priuli
- Raccogliere le erbe naturali di eugenio g. Vaga ed de vecchi
- Viaggio nel mondo delle essenze di marina ferrara pignatelli ed franco muzio editore
- Dalle erbe la salute di cappelletti ferrante ed. Monauni.
- Piante ed erbe medicinali ed.ardesi trento
- Per curarsi con le erbe ed. Borsetta
- Ha ragione la natura di maurice messegue’ ed mondadori
- Rimedi popolari naturali di leolor kordel ed. Rizzoli
- Le piante della salute di g. Nardelli ed. Sansoni.
- Nuovo erbario figurato di g. Negri ed. Hoepli; il negri ci stupisce sempre per la quantita’ di studi riportati e per il cospicuo materiale farmacologico per le interazioni farmaceutiche e per le piante velenose; e’ il testo piu’ utile anche da un punto di vista medico legale.
- Piante medicinali ed. Vallardi
- Per conoscere le piante medicinali ed. De agostini
- Le erbe medicinali, aromatiche, cosmetiche ed. Fratelli fabbri
- Manuale di fitoterapia ed. Fratelli fabbri
- Piante medicinali e velenose ed. De agostini
- Erbario nuovo di castore durante ed. In. Roma
- Cento modi per guarire ed. Red studio
- Il mondo delle piante ed .mondadori
- Manuale di fitoterapia ed . Inverni della beffa; e’ una sintesi ben fatta del grosso libro del benigni ben documentata e con un ottima bibliografia.
- Il libro delle erbe ed. Rizzoli
- Fitoterapia comparata ed .aboca; l’aboca casa medicinale che vende fitofarmaci ha voluto comparare in questo testo alcune delle principali piante medicinali relativamente alle proprieta’ , all’efficacia ed agli effetti collaterali basandosi su studi sperimentali.
- Alberi e arbusti ed. Paoline
- Curarsi con le piante medicinali di jean valnet ed. Giunti
- Curarsi con ortaggi frutta e cereali di jean valnet ed . Giunti
- Curarsi con le essenze delle piante di jean valnet ed. Giunti
- Olii grassi e derivati di hoepli; martinenghi martinenghi ed. E’ il principale studioso degli olii di frutti e di semi e delle essenze.
Varii tipi di preparazione:
Infusi : si ottengono facendo bollire la quantita’ di acqua prevista e versandola subito sulla droga sminuzzata; si copre e si lascia il tutto per un tempo medio di 10 minuti, quindi si filtra con un colino e si beve – gli infusi si devono sempre fare con la pianta secca, poiche se la pianta e’ fresca si estrae pochissimo – inoltre e’ consigliabile non mettere gli infusi in frigorifero, ma tenerli fuori e consumarli in giornata
Decotti: i decotti sono indicati soprattutto per radici, corteccie, e piante non aromatiche; il decotto si ottiene gettando la droga sminuzzata nella quantita’ prescritta di acqua bollente; quindi si fa bollire per quindici venti minuti circa, si spegne e si lascia rafreddare; come gli infusi anche i decotti vanno consumati in giornata e non devono essere posti in frigorifero.
Tinture: le tintunte si preparano con alcol puro o allungato con acqua; si distinguono due tipi di tinture: la tintura madre con la quale si utilizzano le piante fresche appena raccolte, e le tinture comuni che si preparano con la pianta secca.
Per le tinture madri occorre utilizzare alcool puro a 95° se le piante sono aromatiche e ricche di resine, nel caso di altre piante non aromatiche si puo utilizzare alcool a diversa gradazione a seconda della pianta e dei principi attivi che si vogliono estrarre.
Le tinture che si preparano con piante secche possono essere di diversa gradazione; in ogni caso e’ buona regola iniziare la preparazione della tintura con una piccola quantita di alcool puro per un periodo di 3-4 giorni, al quale poi si aggiungera acqua a seconda della pianta e della gradazione che si vuole ottenere; per le piante aromatiche sarebbe comunque buona regola mantenere la gradazione a 95° ; si puo comunque aggiungere acqua tenendo presente che la tintura assumera’ subito un colore lattiginoso poiche gli olii essenziali tendono a separarsi dall’acqua ed a formare minuscole bollicine oleose, che salgono in superfice o si depositano sul fondo a seconda del peso specifico; pertanto e’ indispensabile agitare queste tinture prima dell’uso.
Un altro svantaggio delle tinture con olii essenziali diluiti in acqua e’ che questi tendono ad ossidarsi e pertanto possono perdere alcune proprieta’ come ad esempio quella di neutralizzare i radicali liberi.
Le tinture oleose: queste si ottengono lasciando macerare in olio le piante aromatiche che devono essere sempre secche altrimenti possono alterarsi e causare intossicazioni; la pianta secca messa in un vaso deve essere ricoperta di olio; per accelerare l’estrazione degli olii essenziali si puo’ far bollire a bagno maria per circa un ora ; tali tinture sono utili soprattutto per via esterna, per ustioni, scottature, piaghe ecc. Come ad esempio l’olio di iberico
Gli sciroppi si ottengongono mescolando una certa quantita’ di tintura o di estratto fluido o di decozione concentrata ad una soluzione fortemente zuccherina, generalmente acqua con il 50% di zucchero; si prendono a cucchiai – generalmente se tenuti al buio e ben chiusi hanno la durata di un anno
La macerazione in vino e’ tuttora in uso nella medicina popolare e si usa per numerose piante come l’assenzio, l’artemisia, il rosmarino, la menta ecc – generalmente nel vino passa un 30% dei principi attivi della pianta, e possono avere un valore terapeutico purche’ la quantita’ di vino assunta non risulti dannosa – generalmente si assume a cucchiai o a bicchierini
La macerazione in grappa di piante medicinali e’ tuttora molto in uso e serve piu’ che per motivi terapeutici per aromatizzare il liquore- si usa generalmente per piante aromatiche come il ginepro, la ruta, la menta, il cumel, il finocchio ecc – data l’alta percentuale di alcool e la scarsa presenza della droga nella grappa sono sconsigliate ai fini terapeutici
Le polveri sfuse che generalmente si ottengon dalle radici, ne sono un esempio la curcuma e lo zenzero, sono fortemente concentrate e si assumono a punte di coltello o a cucchiaini a seconda della pianta; si devono tenere al buio ed al riparo dall’aria altrimenti possono sviluppare muffe o alterarsi
Le compresse si possono ottenere dalle polveri purche’ si abbia una macchina adatta a fabbricarle – sarebbero molto comode ed utili ma la difficolta’ a reperire la macchina suddetta ed il costo relativo ne rende impossibile la fabbricazione eccetto che per i laboratori specializzati in questo.
Gli estratti fluidi: questi si ottengono partendo dalle tinture alcooliche e facendo evaporare sotto vuoto una parte di alcool in modo che un grammo di estratto fluido corrisponda ad un grammo di droga fresca; la gradazione alcoolica generalmente si aggira intorno ai 20° in modo da permettere la conservazione dell’estratto per almeno due anni - vanno somministrati a gocce
Gli estratti molli: questi si ottengono come gli estratti fluidi ma facendo evaporare tutto l’alcool e lasciando solo una piccola percentuale di acqua in modo da dare all’estratto una consistenza molliccia; generalmente un grammo di estratto corrisponde a cinque grammi di droga fresca; tali estratti essendo privi di alcool sono molto suscettibili ad alterarsi; una volta aperta la confezione deve essere subito consumato tutto il contenuto ad esempio diluendolo in alcool in modo da preparare delle tinture oppure mescolandolo in olio e lanolina in modo da preparare delle creme o pomate
Gli estratti secchi si ottengono dagli estratti molli facendo evaporare tutta l’acqua; un grammo di estratto corrisponde generalmente a dieci grammi di droga fresca; questi sono piu stabili alla conservazione degli estratti molli ma vanno comunque conservati sotto vuoto ed al buio; si usano generalmente per preparare compresse o capsule che vengono poi poste in confezioni adeguatamente sigillate
Gli estratti titolati: questi sono degli estratti secchi dei quali si sono titolati i principi attivi, ad esempio per la valeriana si titoleranno i valepotriati, per la cimicifuga i glicosidi triterpenici, per l’atropa belladonna l’atropina ecc.
Questo secondo un principio un po’ caro alla medicina ufficiale secondo la quale solo uno o pochi principi sono validi, dimenticando in tal modo la pianta in toto; e se questa concezione della medicina ufficiale puo in parte corrispondere al vero per le piante cosidette eroiche, cioe’ quelle molto attive ed anche velenose come la digitale (digossina), la belladonna(atropina), la noce vomoca(stricnina), l’aconito(aconitina) ecc, piu difficile e’ da applicare alle piante “dolci” come aglio, cipolla, abete, achillea, il luppolo, l’olivo ecc. Poiche si e visto che per tali piante e’ estremamente difficile isolare un principio attivo unico ma e’ tutta la pianta in toto che funziona.
Comunque, gli estratti titolati sotto forma di capsule, soluzioni o sciroppi si sono imposti negli ultimi anni anche per disposizione del ministero della sanita’.
Gli olii essenziali sono i principi oleosi che vengono estratti per distillazione dalle piante aromatiche come melissa, lavanda, rosmarino ecc.
Sono estremamente attivi e vanno presi a gocce; certe essenze inoltre possono essere irritanti per il rene come l’essenza di timo; quindi per usarli occorre grande prudenza.
Inoltre pressoche’ tutti gli olii essenziali occupano alcuni citocromi che legano altri farmaci possono pertanto ridurre l’efficacia di numerosissimi farmaci fra i quali gli anticoncezionali, i barbiturici, il warfarin, la digitale, i beta bloccanti, gli ace inibitori, i calcio antagonisti ecc.
Si tenga presente che contengono olii essenziali l’aglio, l’abete, l’anice verde,l’assenzio (molto pericoloso), il basilico, il bergamotto(fra i piu’ pericolosi), il borneolo, la cipolla, il cipresso, il coriandolo, l’estragone, l’eucalipto, l’eugenia, il finocchio, il ginepro, l’iperico, l’issopo,i chiodi di garofano, la lavanda ( molto attiva), il limone, la maggiorana, la melissa, la menta, il pino , il pompelmo, il niaouli, la noce moscata, l’origano, il rosmarino, la salvia, il sandalo, la santolina, la santoreggia, il sassofrasso, il timo, la trementina, la tuya, la verbena.
Questi spiazzando i farmaci dai loro recettori possono aumentarne pericolosamente il livello ematico e quindi l’effetto, inoltre poiche’ in genere sono anche degli induttori enzimatici ne accelerano il catabolismo e l’eliminazione.
Piante molto studiate, poiche’ entrate nella medicina ufficiale, sono l’iperico, usato come antidepressivo, ma che determina una diminuzione dell’effetto degli anticoncezionali, dei barbiturici e di molti altri farmaci, ed il pompelmo che ha un azione potenziante l’effetto dei calcio antagonisti poiche’ li spiazza dai siti di legame e ne aumenta conseguentemente il livello ematico.
Inoltre pressoche’ tutti gli olii essenziali sono dei potenti fotosensibilizzanti, fra questi spiccano l’iperico ed il bergamotto; anche le associazioni spesso se applicate sulla cute, e dopo ci si espone al sole possono causare delle ustioni di 1°-2° ; per questo e’ importante usarle con estrema prudenza.
I princippi attivi isolati: negli ultimi anni si e’ imposta anche una linea che tende ad isolare alcuni principi attivi o un solo principio attivo; ad esempio dalla valeriana si sono isolati i valepotriati; messi in commercio in capsule non hanno avuto molto successo mentre resta sempre valido il discorso delle piante eroiche come digitale, belladonna ecc il cui principio attivo puo’ essere considerato unico.