"Qualche secolo fa, Newton affermò che qualora un medico gli avesse dato solo altri sei mesi di vita, egli si sarebbe preoccupato di scrivere più in fretta. Evidentemente era del tutto consapevole del valore delle sue teorie. Se avesse relazionato la sua vita a dei periodi di tempo geologici, piuttosto che a quelli relativi alla presenza sulla Terra della civiltà umana (come generalmente fanno anche i geni, non soltanto la gente comune), con molta probabilità (se non avesse avuto legami sentimentali di alcun tipo) si sarebbe preoccupato di spendere tutti i suoi averi in tutto ciò che la vita può offrire, in termini di piacere fisico e psicologico (anche la beneficienza verso i più poveri, ad alcune persone, può dare piacere e soddisfazione psicologica. D'Annunzio fu addirittura in grado di conciliare entrambe le cose, la scrittura e i piaceri della vita; ma mai nessun medico gli aveva prognosticato una malattia con esito letale, dandogli qualche mese di vita). Évariste Galois morì in duello quando aveva poco più di vent'anni, ma i preziosi contributi che molto probabilmente avrebbe continuato ad apportare nel campo della matematica, non mancarono di rivelarsi al mondo attraverso altre menti geniali. Ciò che deve essere scoperto dall'uomo, presto o tardi viene sempre scoperto (per certe cose non bisogna mai avere troppa fretta). La vita di una specie animale in genere (come sostengono i biologi evoluzionisti) dura diversi milioni di anni (quando ha la fortuna di avere il predominio sulle altre specie animali); e i secoli quindi ...lasciano il tempo che trovano". Fausto Intilla