"Un bambino su tre nasce con anomalie all’apparato genitale, i maschi sviluppano tardi e le femmine, invece, in modo precoce. La colpa è dell’inquinamento da estrogeni che sta cambiando nell’uomo le funzionalità primarie”.
E’ il grido di allarme lanciato nell’ambito del IV CONGRESSO NAZIONALE “PROGRESSI IN ANDROLOGIA” che si tiene a Villa San Giovanni (RC), dal 21 al 22 settembre, presso il Castello di Altafiumara. Un appuntamento annuale per gli andrologi italiani per fare il punto e confrontarsi sulla condizione dell’uomo e sulla sua “salute” sessuale.
Perché oggi, dicono gli esperti - “il maschio è meno maschio”, soffre sempre di più di disfunzione erettile, di impotenza e di patologie vascolari che generano problemi legati all’attività sessuale e che provocano infertilità.
“Negli ultimi venti anni la percentuale di bambini che nascono con i testicoli retratti, criptorchidismo, è aumentata di quattro volte - spiega Il Prof. Andrea Ledda del Dipartimento di Scienze Biomediche, Università degli Studi di Chieti e Direttore Scientifico del Congresso – La colpa è degli estrogeni; sono dei distruttori endocrini che bloccano la produzione del ricettore L3 che si trova nelle cellule fetali-neonatali il quale condiziona la differenziazione sessuale del feto.
Da qui le anomalie nell’apparato genitale maschile. Inoltre gli estrogeni interferiscono nella produzione del testosterone fondamentale per la maturazione degli spermatozoi e per il mantenimento delle ghiandole che li producono. E così si spiega il problema dell’infertilità maschile che diventa sempre più importante. Gli spermatozoi che produce l’uomo moderno sono diversi da quelli che produceva trenta anni fa.
Oggi sono pochi e di scarsa qualità. L’uomo ne dovrebbe produrre 300 milioni al giorno con un’aspettativa di vita, per quelli eiaculati, di 48 ore. Ma dagli anni ’80 la natalità si è ridotta del 12%, si è accertato un deterioramento della qualità seminale e c’è stato un forte aumento della Procreazione Medicalmente Assistita”.