In Italia ci sono tante anime troppo diverse in quell'aggromerato di interessi chiamato "sinistra", per esempio c'è una sinistra chiamata radical chic rappresentata da quei figuri anticonformisti che vestono esclusivamente capi firmati o di tendenza e che odiano il B. come prima regola di vita, e se ne fregano altamente dei problemi sociali della povera gente. In genere vengono da famiglie bene, ma disprezzano (o meglio fanno finta) lo status sociale di papà e mamma, sputando su decenni di sacrifici delle proprie famiglie che hanno sudato e guadagnato bene negli anni del boom economico Italiano per permettergli di studiare mentre loro andavano ai concerti, al cinema e ad occupare le università invece di occupare il banco di scuola. Sono quelli che si riempiono la bocca di cose astratte o astruse, oppure ormai superate come la lotta della classe ecc. (con tutto il rispetto per i veri lavoratori ed i veri proletari), magnificando scrittori o artisti che sono tra i più sconosciuti e decantando pensieri filosofici apparentemente profondi, ma che poi al primo segno di problema quotidiano banale vanno in crisi.
Questa classe di "unti dal supremo destino" in Italia è tra quelle che fa si che i posti di “potere” vengano sempre gestiti da una casta “burocratico-culturale” che a CHIACCHERE da spazio ai giovani, ma poi di fatto dà spazio solo ai propri contratti milionari fregandosene di togliere dalla gavetta tanta altra povera gente in lista di attesa! Ed allora ecco apparire i Dario Fo, le Carle Fracci, intere caste di giornalisti come ad esempio tanti di mamma RAI e limitrofi, che dopo tanti anni di tv si ribellano perché non vogliono dare spazio a nuove e più giovani colleghi, i “baroni” universitari che non si schiodano se qualcuno non mette mano alla riforma dell’Università tanto contestata dalla stessa sinistra, e la lista ben conosciuta da tutti potrebbe contuinuare all'infinito......Ed allora vien da chiedersi: Ma quante facce ha questa sinistra? Dove stanno i famosi lavoratori? I moderati ragionevoli come i Sindaci di Torino e Firenze in realtà cosa rappresentano dentro questa sinistra Italiana? Dentro questa sinistra cosa è rimasto di sinistra?
E aggiungo che questa sinistra ha semplicemente cambiato i propri connotati, e non avviene per caso, questa sinistra è il sedimento dei movimenti sessantottini e post-sessantottini che avevano impervarsato nel nostro paese anni addietro.
Sono gli epigoni dei laureati nelle facoltà di lettere e fiolsofia, in cui se non eri "almeno conunusta" non avevi diritto di accesso, in quanto che facevi parte di una sottospecie tipo gli ignavi di dantesca memoria.
Oggi sono sindacalizzati sotto le insegne della CGIL e si mettono di traverso a qualunque ipotesi di modernizzazione del paese; a qualsiasi ipotesi di dare una risposta a quella sterminata platea di precari che non hanno più la possibiltà di accedere al welfare di cui hanno beneficiato loro.
Si mettono di traverso a qualsisi ipotesi di togliere l'insegnamento del Latino nei licei scientifici (mentre la nostra scuola raggiunge il fondo delle clssifiche OCSE PISA)
Si mettono di traverso a qualsiasi ipotesi di riduzione del FUS o di redistribuzione (dato che oggi il 60% se lo ciucciano gli enti lirici).
Contemporaneamente vengono espulsi dalle fabbriche dove gli stessi organigrammi CGIL, notoriamente selezionati all'interno della ristretta "elite" dei militanti storici o dei loro discendenti, deve fare i conti con una base sempre più leghista.
Questa sinistra ha semplicemenete cambiato i suoi connotati, lasciando che altri come la lega andassero ad occupare gli spazi che via via abbandonava.
E visto che ha nelle congreghe sopranominate lo zoccolo duro che la mantiene in vita, ho seri dubbi che possa riacquistare quelli originari.
Questo è il dilemma che ha anche Bersani,a mio avviso senza soluzione. Mandare a quel paese le storiche congreghe conservatrici che costituiscono l'ossatura del partito e rassegnarsi ad un lento quanto inesorabile declino, o intraprendere strade nuove autenticamente popolari, cioè di sinistra, tralasciando le spinte stataliste ed assistenzialiste e pagando il prezzo che occorre pagare alle congreghe che lo hanno sostenuto finora.