Numero di messaggi : 286 Localisation : Italia Data d'iscrizione : 19.10.09
Titolo: Cura dei tumori con la febbre Gio Apr 11, 2013 9:31 pm
La sensibilità delle cellule tumorali nei confronti del calore è cosa nota da tempo. Per altro, questa sensibilità è decisamente superiore a quella delle cellule sane. Quando la temperatura si porta da 37°C a 42°C, inizia una vera e propria moria di cellule cancerose. Questo effetto è attualmente sfruttato dalla terapia Ipertemica antitumorale, che in sostanza si sostituisce alle stesse capacità dell’organismo di produrre una salutare reazione febbrile. Inoltre, diversi studi hanno anche dimostrato che cellule tumorali sottoposte per circa sei ore ad una temperatura di 41°C iniziavano a produrre linfociti T, che sono fondamentali per le difese immunitarie, conclude Perugini Billi.
In Italia vi sono alcuni centri specialistici che curano i tumori proprio con una sorta di febbre indotta. Tale terapia viene definita Ipertermia. Si tratta di una terapia non invasiva effettuata con un apparecchio che produce una radiofrequenza allo scopo di direzionare il calore direttamente sull’organo malato. Il Synchrotherm RF 13.56, questo il nome dell’apparecchio, provoca un riscaldamento localizzato a una temperatura di circa 42°-43° C. «L'ipertermia è impiegata nella cura dei tumori poiché le cellule tumorali avendo una membrana aberrante temono il calore. La loro membrana cellulare non riesce a smaltirlo adeguatamente e quindi si innesca un meccanismo di morte cellulare denominato apoptosi. Inoltre localmente il danno da chemioterapia e/o radioterapia concomitante viene amplificato. Non da ultimo il calore attiva localmente le cellule del sistema immunitario potenziando la risposta contro il tumore. Può essere impiegata nella cura di tutti i tumori solidi a patto che non vi sia imponente versamento ascitico o pleurico» spiega il dr. Carlo Pastore. Un altro dei motivi per cui le cellule cancerose sono molto più sensibili alla febbre sarebbe la loro modalità di respirazione attraverso la glicolisi anaerobica. Tale respirazione con l'ipertermia cessa completamente e la cellula tumorale muore. Questo si verifica anche nei carcinomi con metastasi, scompare il tumore primario e le metastasi. In passato dopo febbri molto alte si era notata una completa scomparsa di tumori maligni e si era gridato al miracolo. E' incredibile dice il dr .Carlo Pastore che un sistema così semplice non abbia preso piede e non sia entrato nella terapia ufficiale, o meglio è entrato in alcuni centri ma solo come compendio della chemioterapia. Ma la febbre molto alta già da sola è sufficiente a debellare anche le più indifferenziate cellule tumorali senza bisogno di intossicare l'organismo con farmaci molto tossici. Ma purtroppo non esistono studi sufficienti al riguardo e questo solo perchè l'industria farmaceutica ne ha impedito la diffusione ed ha impedito l'uso della sola febbre come antitumorale, per motivi etici dicono. Ma i motivi etici sono quei 94 miliardi di euro che solo l'industria farmaceutica italiana incassa con la chemioterapia. Provocare febbri molto alte in pazienti sarebbe semplicissimo utilizzando l'opportuno antigene. Facendo viaggiare la febbre intorno ai 41 gradi si provocherebbe la morte completa di tutte le cellule tumorali e le cellule sane resterebbero vive ed in grado di riprendersi completamente. Anche i rischi sarebbero minimi, basterebbe somministrare al paziente un anticonvulsivante, ad esempio del fenobarbitale (che non costa nulla, per scongiurare gli eventuali rischi di convulsioni.) Ma la terapia con la febbre costa troppo poco, per questo non si è imposta (per motivi etici dicono ).
E chissà che molte guarigioni da tumori repentine e quasi immediate per le quali si è invocato il miracolo, non siano state causate proprio da febbri belle alte che hanno distrutto le cellule tumorali (vedi Lourdes ecc)
Bob Kennedy ed il PIL
https://www.youtube.com/watch?v=grJNlxQsqtE
Citazione :
Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell’ammassare senza fini beni terreni, non possiamo misurare il benessere nazionale sull’indice Dow Jones, né i successi del paese sulla base del prodotto interno lordo, il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle stragi di fine settimana ,il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte in casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle, comprende i programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini, cresce con la produzione di Napalm, missili e testate nucleari, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si costruiscono i bassifondi popolari, il PIL non tiene contro della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago, non comprende la bellezza della nostra poesia, la solidità dei valori famigliari, o l’intelligenza del nostro dibattere, il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese, misura tutto il PIL eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta, può dirci tutto sull’America ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani Robert Kennedy
Il PIL delle case farmaceutiche Italiane. http://www.i-com.it/DocumentiEventiHome/600.pdf
Citazione :
l’Italia è passata dal 4° al 2° posto per produzione di farmaci, subito dietro alla Germania, dimostrandosi un settore con ampi margini di crescita. Senza la farmaceutica – sottolinea il presidente l’Italia non avrebbe un settore manifatturiero high-tech degno di questo nome.” Grazie agli alti contenuti tecnologici incorporati nella ricerca e nello sviluppo di nuovi farmaci, infatti, le industrie del settore farma rappresentano il 52% del valore aggiunto di tutto l’high tech e quasi il 55% dell’export. Decisivo è il contributo alla ricerca e sviluppo, pari al 6,5% del totale nazionale . Complessivamente l’industria farmaceutica contribuisce per l’1,5% al PIL nazionale, ma questo valore è in costante aumento.
Pare che nel PIL non sia compreso l’antigene di Coley.
Claudio Sauro
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Titolo: Re: Cura dei tumori con la febbre Lun Apr 15, 2013 4:36 pm
Sarebbe già tanto convincere la popolazione ed i medici a non trattare la febbre, a meno che non altissima, per avere delle forme inflenzali e bronchitiche che non cronicizzano, e poi a non usare il paracetamolo per abbassarla, perchè inibisce un enzima importantissimo, la glutatione - perossidasi che riduce i radicali liberi ed aumenta le difese immunitarie. Forse avremmo anche qualche tumore in meno. Ho telefonato proprio oggi all'Istituto di Medicina Biologica di Milano per sapere se ci sono degli studi in merito alla febbre sistemica tramite la tossina di Coley. Ho parlato con un medico e mi ha detto che non lo sa perchè loro trattano solo apparecchi che focalizzano le radioonde sul tumore in modo da portare la massa tumorale a 42 gradi. Mi ha detto che questa pratica è abbastanza nuova e sono pochi finora i centri che hanno questi apporecchi, ma che con questi apparecchi si ottengono dei risultati straordinari, si rende più sensibile il tumore al chemioterapico ed alla radioterapia e questo è molto intuitivo da capire, per cui si può usare il chemioterapico in dosi minori e così pure la radioterapia. Gli ho chiesto perchè non tutti i Centri Oncologici ne fossero provvisti, e mi ha risposto che alcuni anni fa hanno fatto un convegno a Milano sulla terapia con il calore ed hanno incontrato resistenze enormi, perchè molti Centri Oncologici avevano paura che la terapia tramite il calore andasse a sostituire la chemioterapia e la radioterapia. Invece no, con la terapia con il calore si potevano ridurre considerevolmente i chemioterapici e la dose di raggi X; ma questo c'è voluto perchè lo capissero. E nonostante i risultati veramente straordinari, pochissimi centri si sono forniti sinora di queste apparecchiature, si preferisce insomma far morire il paziente con dosi massicce di chemiterapici che farlo vivere e probabilmente guarire riducendone la dose. Mi ha detto che per eventuali studi con la Tossina di Coley e febbre sistemica dovrei rivolgermi all'Associazione Europea di Ipertermia e mi ha dato il numero telefonico; penso nei prossimi giorni di telefonare. E' bello che mi ha detto: "lei dottore capisce vero, perchè ci sono tutte queste resistenze " Io gli ho risposto : "Capisco benissimo"